11 Aprile 2011
Terminati gli incontri sindacali sul Progetto di Coldiretti

“Un ottimo bilancio. E’ stato un modo per crescere e far crescere il territorio. Dopo gli incontri zonali aver avuto la possibilità di rapportarmi nuovamente con le diverse aree della provincia per fare il punto sul Progetto di Coldiretti per il Paese e raccontare quanto fatto dal 30 aprile 2009 sino ad oggi in ambito nazionale, regionale e provinciale è stato molto importante”.
Con queste parole il presidente provinciale Roberto Paravidino ha valutato gli  incontri sindacali che si sono conclusi giovedì sera: riunioni che hanno avuto uno scopo ben preciso, quello di far conoscere meglio, far capire, divulgare e apprezzare il Progetto per il Paese di Coldiretti.
Infatti, giunti a questo punto è inammissibile che il Progetto, venga apprezzato e condiviso da coloro che non fanno parte della Coldiretti mentre, proprio coloro che dovrebbero divulgarlo e conoscerlo ne ignorano parti importanti oppure lo conoscano solo per sommi capi.
“Più consumi con trasparenza e filiera corta. E’ questo ciò che continueremo a portare sul territorio, il concetto di un’agroalimentare con meno intermediari, con etichette trasparenti in modo da garantire tutela al consumatore, più spazio e più margini alle produzioni nazionali”.
Parole chiare quelle che Paravidino ha portato sul territorio, sapendo farsi ascoltare ma, soprattutto, dando risposte alla platea che cercava riscontri non solo sul Progetto di Coldiretti ma anche sul futuro del mondo agricolo e sulle opportunità che possono solo arrivare da una filiera tutta italiana.
“Solo portandoci a casa la filiera potremo tagliare le intermediazioni arrivando ad offrire, attraverso la rete di consorzi agrari, cooperative, mercati di Campagna Amica, agriturismi e imprese agricole, prodotti alimentari italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo”.
Identità, filiera, titolarità sociale e strutture organizzate: sono questi i quattro furti che giornalmente la nostra agricoltura subisce, paradossi che è necessario portare all’attenzione di chi ancora li ignora.
Una strada non comune alle altre forze di rappresentanza che, di fronte alla crisi, per difendersi, tendono a chiudersi nel corporativismo e nella finta unità: il Progetto per una “Filiera agricola tutta italiana” valorizza le identità locali come “leve competitive del Paese” per generare sviluppo economico, ma anche qualità della vita dando dignità e titolarità sociale alle imprese agricole.
“Il Progetto è un’opportunità per le imprese, per il sistema agricolo, per il Paese dove tocca i bisogni della gente: abbiamo il diritto e dovere di contagiare la società sulla nostra idea di futuro e possiamo farlo perché ne abbiamo i mezzi e le capacità. – continuano il presidente e il direttore della Coldiretti di Alessandria Roberto Paravidino e Simone Moroni - Questo è ciò abbiamo ribadito negli incontri sindacali, perché questo vuol dire essere forza amica del Paese!”
Il Progetto di Coldiretti non rifiuta il dialogo e il confronto a prescindere purchè  questo parta da idee chiare sulla strada che si vuole percorrere restando indisponibili ai compromessi al ribasso e a chi vuole solo far perdere tempo. E bisogna essere coscienti che Coldiretti può fare comunque da sola e avere la forza di dimostrare l’ “egemonia culturale” che ha conquistato in questi anni.
Il Progetto riposiziona nella società l’agricoltura il cui valore non è percepito più solo in termini di Pil, ma anche in termini di qualità della vita, di socialità come dimostrano le presenze che affollano i nostri mercati degli agricoltori di Campagna Amica.
Il Progetto della “filiera agricola tutta italiana”, partito come strumento economico, è diventato oggi strumento sociale e ci ha posizionato anche rispetto alla politica con la quale ci relazioniamo proprio per il contributo che offre alla realizzazione del progetto.
Durante gli incontri il presidente Paravidino e il direttore Moroni si sono soffermati a lungo sull’importanza di non abbassare la guarda sull’importanza dell’etichettatura trasparente, anche dopo il 18 gennaio, data storica per l’etichetta d’origine vissuta da tutti come una vittoria firmata e conquistata da Coldiretti: “La tracciabilità e l’etichettatura di origine sono un pre-requisito per valutare in modo trasparente i prodotti e dare la possibilità ai consumatori di scegliere consapevolmente. Identificare il Made in Italy è il primo passo per poterlo valorizzare e difenderlo in un mercato globale dove distintività e legame con il territorio sono leve competitive determinanti. Ecco perché è importante  promuovere la filiera "agricola" perché protagonisti sono gli agricoltori dal campo alla tavola, "italiana" perché realizzata con prodotti che provengono esclusivamente dai campi e dagli allevamenti italiani e firmata dagli agricoltori che ci mettono la faccia”.

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