16 Giugno 2025
ECONOMIA: STOP AGEVOLAZIONI A RISO BIRMANO. IN ITALIA È INVASIONE DI PRODOTTO INCONTROLLATO

Occorre fermare le agevolazioni concesse a prodotti come il riso birmano accusati di sfruttare il lavoro dei bambini e far valere in tutte gli accordi commerciali il principio di reciprocità.

“Un esempio è il riso asiatico, a partire da quello birmano, che gode peraltro di facilitazioni come l’azzeramento dei dazi. Il risultato è che nell’attuale campagna di commercializzazione si sta registrando una vera e propria invasione di prodotto sul mercato Ue, con le importazioni dalla Cambogia e dal Myanmar (ex Birmania) che al primo giugno 2025 hanno già segnato un +13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un picco del 40% per il riso tipo Indica”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Dei bambini che nel mondo sono sfruttati, sette su dieci lavorano nei campi per produrre il cibo che spesso arriva sulle tavole europee, all’insaputa dei cittadini.

Nel caso del riso, l’Italia finisce per essere la prima “vittima” degli arrivi incontrollati di prodotto asiatico.

Prioritario tutelare la produzione di riso Made in Italy che garantisce oltre il 50% dell’intera produzione di riso della Ue di cui è il primo fornitore, con una gamma di varietà e un livello di qualità uniche al mondo con 9 risaie su 10 concentrate fra la Lombardia, Veneto e Piemonte. Ricordiamo che in Piemonte si concentra la maggior parte della produzione di riso, a livello italiano, con 8 milioni di quintali, circa 1.900 aziende per un totale di 117 mila ettari. Vista l’importanza economica della nostra risicoltura, va messa in atto ogni misura di sostegno contro le importazioni selvagge che danneggiano il nostro riso piemontese. A livello provinciale il riso Made in Alessandria conta circa 7.800 ettari, per totale di 531.383 quintali, concentrati nella zona del Casalese.

Secondo Coldiretti e Filiera Italia qualsiasi altra soluzione che non preveda il blocco automatico delle importazioni non sarebbe utile alla tutela del settore e, pertanto, la presenza della clausola automatica deve rappresentare la condizione base per la chiusura dell’accordo di trilogo. L’auspicio è quello di creare un blocco con i rappresentanti degli altri Stati Membri produttori di riso (Spagna, Portogallo, Francia, Grecia Ungheria e Bulgaria) per portare il Consiglio Ue sulle posizioni già espresse dall’europarlamento.

Assieme al riso birmano sono tanti i prodotti alimentari che ogni giorno finiscono sulle nostre tavole accusati di essere coltivati e ottenuti grazie all’impiego di minori, dal Sudamerica all’Asia fino alla vicina Turchia, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati del Dipartimento del lavoro Usa. Si va dalle banane dal Brasile alle nocciole turche e ai fagioli messicani fino ad arrivare al pomodoro cinese fino, alle fragole dall’Argentina e ai gamberetti tailandesi. Prodotti che a volte finiscono per essere spacciati per italiani dopo lavorazioni anche minime, grazie all’attuale codice doganale sull’origine dei cibi che permette questo vero e proprio furto d’identità.

“Uno scandalo contro il quale la Coldiretti ha avviato una mobilitazione per cambiare le regole e affermare in Europa il principio di reciprocità, oltre che della trasparenza in etichetta, assicurando che dietro ai cibi che arrivano sulle tavole ci sia un percorso di qualità che riguardi la tutela dei minori, oltre che del lavoro, dell’ambiente e della salute”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.

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