Oltre trenta milioni di italiani fanno la spesa km zero nei mercati contadini, che nel corso degli anni sono diventati il simbolo del cibo sostenibile e di qualità, grazie ai primati dell’Italia in fatto di sicurezza alimentare e ambientale ma anche al fatto che gli acquisti diretti dall’agricoltore tagliano del 60% gli sprechi rispetto ai sistemi alimentari tradizionali.
Più di 2 alessandrini su 3 hanno acquistato almeno una volta, cibo dai contadini trainati da una nuova sensibilità verso i cibi salutari ma anche dalla volontà di recuperare un contatto diretto con chi coltiva i prodotti che portano in tavola. Inoltre, la vendita diretta dal contadino consente anche di abbattere le migliaia di chilometri che frutta e verdura stranieri percorrono in media prima di giungere sulle tavole, tutelando così l’ambiente con la riduzione delle emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio.
E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti e Campagna Amica su dati Noto Sondaggi diffusa in occasione della giornata mondiale della gastronomia sostenibile promossa il 18 giugno dalle Nazioni Unite, con una settimana di iniziative centrata sul motto “Local Seeds, Local Eats”, un principio che traduce proprio il concetto di Km zero, con l’invito agli chef a usare prodotti del territorio in modo originale e consapevole nelle ricette.
Una pratica che, secondo una stima Coldiretti sulla base di dati Censis, vede ormai quasi un cuoco su due aver adottato gli agricoltori come principale canale di fornitura.
Ma c’è anche chi ha accorciato al massimo la filiera, ovvero i cuochi contadini, la nuova figura professionale che è espressione dell’agricoltura multifunzionale e riveste in pratica un ruolo doppio: da un lato è un agricoltore e dall’altro è promotore del cibo del territorio che cucina e propone negli agriturismi. Ad oggi la Fondazione Campagna Amica ne ha “laureati” oltre mille, con un numero in costante aumento, anche sul territorio provinciale.
“Il successo dei farmers market è frutto della legge italiana che premia la multifunzionalità dell’agricoltura e che abbiamo fortemente sostenuto per avvicinare le imprese agricole ai cittadini e conciliare lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale e sociale – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Tra mercati, agriturismi e punti vendita aziendali, l’Italia è il Paese della Ue con la più estesa rete organizzata di vendita diretta dei prodotti agricoli, un sistema costruito sul valore della stagionalità, della trasparenza e dell’origine garantita, con circa ventimila punti che comprendono anche fattorie, agriturismi, ristoranti e orti urbani. A livello territoriale sono in aumento coloro che acquistano abitualmente nei Mercati di Campagna Amica dislocati nei centri zona della provincia e al Mercato Coperto in via Guasco ad Alessandria. A spingere la spesa dall’agricoltore è soprattutto la possibilità di trovare prodotti stagionali, a km zero, di qualità, venduti direttamente da chi li ha seminati, raccolti e in molti casi anche trasformati in composte dolci o salate”.
“Siamo di fronte a una svolta epocale con la quale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Nei mercati dei contadini di Campagna Amica è possibile anche trovare specialità del passato a rischio di estinzione che sono state salvate grazie all’importante azione di recupero degli agricoltori e che non trovano spazi nei normali canali di vendita dove prevalgono rigidi criteri dettati dalla necessità di standardizzazione e di grandi quantità offerte.”
Non a caso il modello Campagna Amica ha superato i confini nazionali con la nascita della World Farmers Markets Coalition di cui fanno parte realtà di tutti i continenti come Usa, Australia, Giappone, Canada, Cile, Ghana, Inghilterra, Danimarca e Norvegia con il coinvolgimento di 250 mila agricoltori e loro famiglie. Fra gli obiettivi c’è la diffusione di un modello di sviluppo economico ambientale e sociale sostenibile, tramite la filiera corta con il supporto all’agricoltura familiare, la promozione del cibo locale e l’emancipazione degli agricoltori, in particolare delle donne e dei giovani
Ma l’agricoltura italiana è anche la più green d’Europa con 328 specialità Dop/Igp/Stg riconosciute, 529 vini Dop/Igp, 5547 prodotti alimentari tradizionali, il primato per il biologico, con 84mila aziende agricole attive sul territorio nazionale, e una percentuale di appena lo 0,7% di prodotti agroalimentari nazionali con residui chimici irregolari, 8 volte in meno dei prodotti di importazione, il cui tasso di non conformità in media è pari a 5,6% secondo elaborazioni Coldiretti su dati Efsa.
La Giornata per la Gastronomia Sostenibile deve dunque essere anche un’occasione per lanciare un appello all’Europa per garantire il principio di reciprocità a tutela di consumatori e degli agricoltori.