Coldiretti: occasione per progettare il futuro dei territori rurali
“Sarà un’occasione di grande interesse non solo per il mondo agricolo ma per l’intera economia della nostra provincia. I punti di forza e di debolezza del settore primario potranno così essere messi a confronto con quelli degli altri comparti e stilare un importante bilancio”.
Il presidente provinciale Coldiretti Alessandria, Roberto Paravidino, ha commentato con queste parole la conferenza stampa di presentazione degli Stati Generali dell’Agricoltura della Provincia di Alessandria che si terranno venerdì prossimo nella sede della Camera di Commercio.
Sarà una vera e propria istantanea sullo stato di salute dell’agricoltura alessandrina dove Coldiretti parteciperà alla tavola rotonda durante la quale verranno espresse le valutazioni e le “ricette” per migliorare il mondo agricolo.
“In un contesto del genere non si potrà trascurare il vero problema dell’economia agricola italiana: pochi centesimi pagati agli agricoltori nei campi diventano euro al consumo con il risultato di un aumento della forbice nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale – ha ribadito Roberto Paravidino - i prezzi degli alimenti moltiplicano oggi in media cinque volte. Si tratta di un forte ostacolo alla ripresa economica in un Paese dove quasi un euro su quattro si spende per la tavola con gli acquisti di alimentari e bevande che ammontano complessivamente a 215 miliardi di euro all'anno, con l'agroalimentare che svolge peraltro una funzione da traino per l'intero Made in Italy all'estero”.
In questo contesto si inserisce perfettamente l’attenta valutazione dello stato attuale dell’agricoltura alessandrina, individuandone criticità e punti di forza, arrivando a programmare, di concerto con tutti gli attori della filiera agricola, gli interventi più idonei sia per dare una soluzione ai problemi che a sviluppare e potenziare le positività riscontrate.
Le soluzioni concertate e proposte potranno diventare così il “manifesto di programmazione dell’agricoltura alessandrina” a medio periodo: 2011-2014.
L’evento Stati Generali dell’Agricoltura si articolerà in diversi momenti: dall’analisi socio-economica del settore agricolo alessandrino, per evidenziare criticità e potenzialità nel contesto attuale alla costituzione di tavoli di studio e lavoro per ognuno dei settori di produzione agricola sino alla definizione del “manifesto di programmazione dell’agricoltura alessandrina”, ossia del documento che sarà costruito assemblando i risultati dei due momenti precedenti e avrà la valenza di una dichiarazione programmatica condivisa contenente i più opportuni orientamenti dell’agricoltura alessandrina del prossimo futuro.
Inoltre, sono stati individuati quattro tavoli riferiti ad altrettanti settori produttivi: filiera zootecnica, filiera vitivinicola, filiera seminativi, filiera ortofrutticola, a cui si aggiungeranno tavoli trasversali a tutti i comparti produttivi che si occuperanno di agricoltura biologica, agriturismo, energie alternative, nuove prospettive di utilizzo dei prodotti agricoli del territorio, nuove frontiere dell’alimentazione.
Saranno identificati i rappresentanti di ogni segmento della filiera produttiva, che animeranno i lavori dei tavoli ad iniziare dai giorni successivi il convegno di apertura proseguendo fino all’autunno prossimo
“Un’idea, quella dei tavoli dei settori produttivi, che ci trova particolarmente in sintonia – ha aggiunto il direttore della Coldiretti alessandrina Simone Moroni – infatti, non a caso, la Coldiretti sta promuovendo un progetto per una filiera agricola tutta italiana con l'obiettivo di tagliare le intermediazioni e arrivare ad offrire, attraverso la rete di Consorzi Agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole, prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo”.
Gli Stati Generali dell’Agricoltura si articoleranno in diversi momenti:
1- analisi socio-economica del settore agricolo alessandrino, per evidenziare criticità e potenzialità nel contesto attuale;
2- costituzione di tavoli di studio e lavoro per ognuno dei settori di produzione agricola. Sono stati individuati quattro tavoli riferiti ad altrettanti settori produttivi: filiera zootecnica, filiera vitivinicola, filiera seminativi, filiera ortofrutticola, a cui si aggiungeranno tavoli trasversali a tutti i comparti produttivi che si occuperanno di agricoltura biologica, agriturismo, energie alternative, nuove prospettive di utilizzo dei prodotti agricoli del territorio, nuove frontiere dell’alimentazione. Saranno identificati i rappresentanti di ogni segmento della filiera produttiva, che animeranno i lavori dei tavoli ad iniziare dai giorni successivi il convegno di apertura proseguendo fino all’autunno prossimo;
3- definizione del “manifesto di programmazione dell’agricoltura alessandrina”, ossia del documento che sarà costruito assemblando i risultati dei due momenti precedenti e avrà la valenza di una dichiarazione programmatica condivisa contenente i più opportuni orientamenti dell’agricoltura alessandrina del prossimo futuro. Il manifesto avrà il suo momento pubblico di divulgazione nell’ambito di un’intera giornata di lavori programmata per gli ultimi mesi del 2010.
L’ istantanea sullo “stato dell’agricoltura” secondo Coldiretti nel contributo del presidente Roberto Paravidino
Oggi, per fortuna, non si parla più di agricoltura assistenzialista ma di un’agricoltura che è pronta a sfidare il futuro, nonostante presenti più ombre che luci: il caso della cerealicoltura credo sia esaustivo. Proprio l’esempio del grano che subisce un rincaro del 400% prima di arrivare sulla nostra tavola come pasta o pane è l’esempio più esauriente che ci possa essere: ecco perché in questo contesto ci tengo a sottolineare come tutto sia sempre da ricondurre alla speculazione, il male della nostra economia. Da sempre, ovviamente, quella alessandrina è stata ritenuta la provincia granaio d’Italia e quindi ha subito più di altre le ripercussioni di una mancata stabilità dove il forte calo del prezzi del grano oltre a non avere alcun effetto sui listini al consumo di pasta e pane rischia di mettere in crisi il futuro delle coltivazioni Made in Italy con l’aumento delle importazioni e della dipendenza dall’estero. Serve, anche per il mercato alessandrino, una maggiore stabilità per chiudere le porte alla speculazione e consentire un’adeguata programmazione della produzione ed una più equa distribuzione del valore nella filiera. Sicuramente da registrare da una parte una diminuzione dei consumi, dall’altra un aumento dei costi di produzione e un calo dei costi delle uve con le conseguenti implicazioni negative sul reddito aziendale: soltanto puntando sulla qualità del prodotto ed agendo con una buona campagna di informazione e sensibilizzazione del consumatore si potranno però ottenere risultati apprezzabili a breve termine. I costi di produzione, certamente, rappresentano l’anello debole della catena con ripercussioni sull’economia della singola azienda sia nel mondo della cooperazione: è quindi imperativo intervenire con interventi mirati volti alla salvaguardia del territorio, del prodotto locale ma sempre nell’interesse dell’azienda e della crescita del mondo cooperativo. Le problematiche del vigneto sono, comunque, per certi aspetti, le stesse degli altri settori. Continuiamo ad assistere alle solite dinamiche, figlie di un sistema superato, dove a pagare le conseguenze sono gli anelli estremi della filiera: il produttore della materia prima e il consumatore finale. Non esiste una strategia per tutelare e difendere la le produzioni d’eccellenza espressa dai nostri territori. Al contrario, qualcuno continua a sostenere l’esigenza di aumentare le superfici seminate in quanto la produzione attuale non è sufficiente a soddisfare i consumi; però, già con le superfici attuali, i prezzi alla produzione continuano a calare e permangono giacenze di magazzino, ancora da collocare sul mercato. Stiamo subendo le azioni di chi detiene lo strapotere del mercato, e ne determina le decisioni. Il nostro obiettivo sarà arrivare ad una seria programmazione delle semine, evitando che le richieste di incremento della parte industriale vadano a discapito del reddito delle imprese perseguendo gli obiettivi di: riequilibrare la filiera e attuare una politica seria dei prezzi a garanzia dei produttori e dei cittadini consumatori; programmare le semine in funzione delle richieste di mercato e dei consumi delle singole varietà di cereali, riso, vino, etc…; formalizzare accordi di filiera per rendere la stessa trasparente in fase di definizione dei prezzi; rafforzare i controlli sulle varietà di prodotto, promuovendo le varietà tipiche della nostra zona ed evitando l’omologazione di gruppi varietali per macro caratteristiche. Quest’ultima situazione infatti non potrà che impoverire l’intero mercato nazionale nonché il reddito delle imprese oneste.