“Scherzi della natura” o “natura impazzita”… decidete voi ma vi assicuriamo che non è un fotomontaggio!
Si tratta di uno scatto realizzato in frazione San Giacomo di Rocca Grimalda, dove ci si è trovati a dover fare i conti con meli fioriti e pere mature da raccogliere!
Segnale tangibile che qualcosa proprio non va, esattamente come sta succedendo per funghi e tartufi che non si trovano ma in compenso si iniziano già a raccogliere le prime castagne per effetto del caldo torrido e della scarsa pioggia di fine estate che ha fatto impazzire la natura.
“Ciò è quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti, in occasione dell’arrivo dell’autunno - affermano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni – dove si evidenzia che il clima ha favorito la produzione di nocciole prevedendo un aumento del 10 per cento con il caldo che ha reso più veloci le operazioni di essiccazione. Si tratta degli effetti di una estate anomala che ha fatto segnare il 19 per cento di precipitazioni in meno rispetto alla media ed una temperatura superiore di 0,83 gradi, al diciannovesimo posto tra le più calde dal 1800, secondo i dati Isac Cnr”.
Nonostante l’anticipo di maturazione per il caldo ci sono tutte le premesse di una buona qualità proprio delle castagne, entrate nella tradizione enogastronomica con piatti golosi e sfiziosi: non dobbiamo dimenticare che l’Italia detiene la leadership produttiva in Europa e si classifica al terzo posto nel mondo dopo Cina e Corea con 34.160 imprese agricole impegnate nella raccolta delle castagne.
Le previsioni continuano invece ad essere fosche per i tartufi e funghi che per crescere rigogliosi richiedono come condizioni ottimali terreni umidi senza piogge torrenziali e una buona dose di sole e 18-20 gradi di temperatura all'interno del bosco.
Anche per quanto riguarda la vendemmia, proprio a causa dell’andamento meteorologico, nonostante la buona qualità, quest’anno l’Italia perderà il primato mondiale nella produzione di vino con un raccolto al minimo storico di 42 milioni di ettolitri, oltre il 10 per cento in meno rispetto allo scorso anno.
“L’aumento della temperatura - aggiungono Paravidino e Moroni - è un segnale preoccupante e la natura ci manda segnali chiari che non possiamo ignorare soprattutto perché creano situazioni che di fatto possono mettere a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente, o esclusivamente, all'ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani”.
28 Settembre 2011
Pere mature accanto a meli fioriti? Tutto vero! Colpa del meteo