12 Settembre 2011
“Progetto Grano”: firmato protocollo d’intesa per promuovere la filiera corta

“Coldiretti crede molto in questo progetto che ha come obiettivo quello di valorizzare il grano tenero alessandrino e creare una filiera locale in grado di promuovere le produzioni di qualità in ambito provinciale potenziandone la sostenibilità produttiva. Un ulteriore passo, molto importante, nella direzione che Coldiretti sta portando avanti da ormai diverso tempo grazie al Progetto della filiera agricola tutta italiana dove territorialità, qualità e rintracciabilità delle produzioni sono le parole chiave per evitare che si continuino a fare acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da "spacciare" come pasta o pane Made in Italy. Su questa strada continueremo anche per i prossimi anni”.
Con queste parole il presidente provinciale Coldiretti Alessandria, Roberto Paravidino, ha commentato il protocollo d’intesa firmato tra produttori, panificatori, il Mulino Delconte di Sale e la Provincia di Alessandria al fine di promuovere e potenziare il frumento alessandrino.
Le parole che hanno scandito i lavori del convegno sono state tre: qualità, produzione e prezzo. Si è parlato anche di andamento di mercato e, naturalmente, di potenzialità della filiera del grano tenero di qualità che vanta la provincia.
L’incontro si è svolto questa mattina nella sede della Camera di Commercio dove è stato fatto il punto, a tre anni di distanza, del progetto lanciato proprio per valorizzare il frumento alessandrino, da tutti ormai conosciuto come “Progetto Grano”.
Protagonisti il mondo agricolo e il Cadir Lab che, grazie all’apporto di esperti e tecnici del settore, hanno potuto offrire un dettagliato quadro della situazione provinciale.
Il primo bilancio dell’annata 2011 può definirsi positivo e si possono già trarre anche i primi incoraggianti risultati: buona qualità e buona anche la volontà del territorio di giungere ad un prodotto “omologato” da immettere sul mercato attraverso canali di commercializzazione mirati dover poter far convogliare tutta la produzione.
Infatti, il territorio alessandrino, giustamente considerato uno dei granai d’Italia, vanta un indotto “cerealicolo” di tutto rispetto che si aggira su diversi milioni di euro e che costituisce l’ossatura fondamentale dell’intera agricoltura provinciale.
Anche in provincia la crisi del comparto ha fatto sentire fortemente le sue ripercussioni: troppi prodotti arrivano dall’estero con scarsa (o nulla) rintracciabilità e prezzi inspiegabilmente troppo bassi, procurando danni ingenti alla cerealicoltura e, più in generale, al mondo agricolo.
Ecco perché è necessario ripartire dal territorio seguendo il discorso di filiera dove la qualità deve fare la differenza e, per quanto riguarda il frumento tenero in particolare, giungere ad affinare le tecniche colturali in funzione di caratteristiche specifiche e del prodotto finale richiesto.
Insomma, oggi per fare la diversità e per “ubbidire” alle leggi di mercato il consiglio è produrre sulla base delle specifiche richieste che arrivano da una domanda che è sempre meno generalista e più orientata alla ricerca di specificità e di alta qualità.
“E’ assurdo pensare che l’Italia importi circa 4 milioni di tonnellate di frumento tenero che coprono circa la metà del fabbisogno per la produzione di pane e biscotti mentre 2 milioni di tonnellate di grano duro arrivano in un anno in Italia per coprire oltre il 30 per cento del fabbisogno per la pasta. – ha continuato il presidente Roberto Paravidino - Sappiamo che l’ultima parola, come sempre, l’avrà il mercato che saprà dirci se saremo stati in grado di realizzare produzioni standard e masse critiche interessanti in grado di premiare le produzioni. Non bisogna dimenticare che le corrette pratiche agronomiche e le giuste scelte imprenditoriali potranno contribuire a spezzare il pericoloso circolo vizioso nel quale la cerealicoltura provinciale rischierebbe altrimenti di cadere. Durante i primi due anni si è lavorato tenendo ben presente queste priorità: non ci sono dubbi, questa è la strada giusta da seguire”.
Detto ciò si arriva ad un altro tassello molto delicato: la fase di commercializzazione che vede uniti, con un unico obiettivo, mondo agricolo, panificatori, commercianti e istituzioni.
Lavorare in squadra per ottenere un prodotto uguale per tutti che segua anche la stessa strada di commercializzazione per arrivare sul mercato con una consistente quantità di prodotto.
“Il Progetto Grano assume contorni ancora più importanti nell’ambito della filiera corta se pensiamo che quasi la metà, ossia il 45 per cento, del pane venduto in Italia è ottenuto con grano proveniente da altri Paesi, anche extracomunitari, dove è possibile utilizzare prodotti vietati in Europa che mettono a rischio la salute. – ha aggiunto il direttore della Coldiretti alessandrina Simone Moroni – Per questo è importante estendere l’attività di controllo ed è necessario, a garanzia dei consumatori e dei produttori, accrescere l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle materie prime impiegate in tutti gli alimenti, a partire proprio dal pane e dalla pasta. Non bisogna dimenticare che, per salvare la pasta di grano italiano la Coldiretti è impegnata nel progetto una “filiera agricola tutta italiana” per tagliare le intermediazioni e combattere le distorsioni e le speculazione dal campo alla tavola con il coinvolgimento delle imprese agricole, dei mercati degli agricoltori, delle cooperative e dei Consorzi Agrari che hanno varato l'holding Consorzi Agrari d'Italia”.
Il “Progetto Grano” e la sottoscrizione del protocollo d’intesa è il risultato dell’impegno profuso da tutti gli attori della filiera della produzione di frumento della provincia di Alessandria, la prima produttrice di grano in Italia: le farine ottenute dalla macinazione di frumento tenero serviranno per la preparazione di pane comune, lingue di suocera, biscotti e focacce.

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