8 Luglio 2011
Oltre 15.000 imprenditori agricoli all’Assemblea Nazionale che si è svolta al Palalottomatica

“Dobbiamo fare emergere quell’Italia del buonsenso di cui è ricco il Paese che non merita di essere rappresentato solo dalla crisi etica della vita pubblica. Non ci stiamo che la fotografia del nostro Paese si esaurisca nel deficit di etica nella vita pubblica, esiste un'altra Italia, alla quale ci sentiamo di appartenere, che è tessuto connettivo, intelaiatura del Paese, un’Italia che lavora, si assume responsabilità e ci permette, nonostante tutto, di stare in piedi. Questa Italia dobbiamo farla emergere affinchè traghetti il Paese verso un futuro migliore”.
Sono state queste le parole con le quali il presidente nazionale Coldiretti Sergio Marini ha iniziato il suo intervento all’Assemblea annuale che si è svolta giovedì scorso a Roma, al Palalottomatica, alla presenza di oltre quindicimila coltivatori provenienti da tutte le regioni italiane. “Un’emozione grandissima. Non ci sono altre parole per descrivere che questo appuntamento che rappresenta un momento di crescita importante e di riflessione e la presenza così numerosa di imprenditori non può che  inorgoglirci e rendere ancora più forte il nostro progetto della filiera tutta agricola e tutta italiana. – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti di Alessandria Roberto Paravidino e Simone Moroni – Le migliaia di bandiere gialle unite al tricolore hanno creato una coreografia che ha saputo unire e fondere il significato più vero del Made in Italy, di quella straordinaria Italia del buon senso che ogni giorno lavora e rende migliore il nostro Paese, che mette al centro il futuro rispetto al presente, pensa alle strategie non solo alla tattica”. Particolarmente qualificato il parterre con i maggiori esponenti del mondo accademico, rappresentanti istituzionali, responsabili delle forze sociali, economiche, sindacali e politiche nazionali ed estere e gli interventi del cardinale Angelo Bagnasco presidente della Conferenza Episcopale Italiana, di Gianni Alemanno sindaco di Roma Capitale, del Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, del Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, del Ministro della Salute Ferruccio Fazio, del Ministro delle Politiche Agricole Saverio Romano e di Enrico Letta vicesegretario del PD. La giornata ha avuto inizio con l’apertura del salone “I valori della nuova manualità” una vera e propria vetrina con le esperienze imprenditoriali del ritorno all’economia reale che è in grado di offrire soddisfazioni, lavoro e reddito: sono stati presentati prodotti del tutto innovativi della nuova agricoltura che vanno dalle forniture agli spettacoli di burlesque all’agriwellness fino al butterfly wedding a dieci anni dall’approvazione della legge di Orientamento fortemente sostenuta dalla Coldiretti che ha allargato i confini dell’attività agricola e ha di fatto rivoluzionato l’attività d’impresa nelle campagne italiane aprendo nuove opportunità occupazionali. Gli imprenditori agricoli oggi si possono occupare di attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla loro vendita in azienda o nei mercati degli agricoltori, ma anche della fornitura di servizi a privati e alla pubblica amministrazione. Il discorso del Presidente nazionale della Coldiretti Sergio Marini ha toccato temi contingenti e strutturali di straordinaria attualità, dalla recente manovra varata dal Consiglio dei Ministri al ricambio generazionale nell’agricoltura e nel Paese, fino all’importanza del ruolo della politica nell’interpretare i bisogni dei cittadini senza farsi condizionare dall’economia e dalla finanza che ha spinto verso un modello di sviluppo che ha favorito le speculazione e nuove povertà. Il futuro deve riaffermare il primato rispetto all’oggi e la strategia deve prevalere sulla tattica di corto respiro. Se il tema della manovra è pagare più o meno tasse, avere più o meno incentivi, fare più o meno tagli non c’è dubbio che  la risposta sia scontata. La Politica  deve avere la capacità di proporre soluzioni eque che non generino sospetti e soprattutto di avere il coraggio di prendere provvedimenti che nel breve periodo siano impopolari. La Politica è disposta a fare questa scommessa?
“Bisogna recuperare il ruolo della Politica nell’interpretare i bisogni dei cittadini senza farsi condizionare dall’economia e dalla finanza che spinge verso un modello di sviluppo che ha favorito le speculazione e nuove povertà. - ha continuato il presidente Sergio Marini - Oggi occorre recuperare il primato della Politica capace di interpretare i bisogni dei cittadini e di fare regole per il funzionamento dell’economia reale alla quale la finanza deve porsi a servizio. Le criticità del mercato del cibo, a partire dalla volatilità che danneggia imprese agricole e consumatori, è il prezzo che paghiamo per aver invertito questa gerarchia valoriale”.
Attualmente, nel mondo la finanza nella sua forma più spietata della speculazione governa l’economia reale, la politica. Per scelta o per necessità, non regolamenta il mercato e la gente paga il prezzo per tutti di questa anomalia. Recenti studi dimostrano che nel mondo abbiamo riserve di cibo sufficienti solo per 116 giorni e che nel 2010 l’arretramento della politica e delle regole ha permesso un nuovo colonialismo attuato dalle multinazionali e dai fondi sovrani che hanno acquistato terreni in Africa per una superficie equivalente alla Francia. “Bastano questi due dati - ha concluso Marini - per dimostrare che il cibo e l’agricoltura debbono essere riportati dalla politica al centro delle strategie di sviluppo del Paese”.
L’agricoltura, è l’unico settore che non ha visto diminuire la presenza percentuale di giovani imprenditori agricoli under 30 negli ultimi quindici anni mentre, ad esempio, nell’attività manifatturiera tale percentuale si è più che dimezzata. “La presenza di giovani agricoltori è rimasta percentualmente stabile a conferma che il ricambio generazionale in agricoltura è più alto che in altri settori. Il fatto che da decenni si parli di imprese agricole condotte da anziani non solo non è vero, ma laddove accade rappresenta un fatto fisiologico in quanto - ha precisato Marini - i non più giovani nelle campagne rimangono in famiglia a dare una mano fino alla fine, magari anche come titolari di azienda. Non c’è dunque una contrapposizione generazionale frutto di un arretramento culturale, ma semplicemente una modernità sociale di cui siamo ben orgogliosi”. Importante la puntualizzazione fatta a proposito di quanto sta facendo l’Europa a proposito degli Ogm. “La decisione del Parlamento Europeo di consentire agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati per “motivi ambientali' rafforza la decisione dell’Italia di chiedere l’applicazione della clausola di salvaguardia a livello comunitario per mantenere il territorio nazionale libero da Ogm, come richiesto dalla maggioranza dei cittadini. L’Italia - ha sostenuto Marini - deve sostenere il voto del Parlamento europeo in plenaria dove una maggioranza schiacciante si è espressa a favore del diritto degli Stati membri di vietare la coltivazione nel loro territorio di Organismi geneticamente modificati, anche se sono autorizzati a livello comunitario”. L’Italia deve avere il coraggio di applicare la legge nazionale sull’obbligo di indicare la provenienza in etichetta su tutti gli alimenti approvata dal Parlamento all’unanimità lo scorso anno che si è dimostrata lungimirante come dimostra l’adozione da parte del parlamento Europeo del regolamento sulle informazioni alimentari ai consumatori. Non dobbiamo dimenticare che ci sono voluti quasi sei anni prima di arrivare alle stesse conclusioni dell’Italia sull’obbligo di indicare l’origine del carne di pollo che in Italia è in vigore dal 17 ottobre 2005 a seguito dell’influenza aviaria. “Non possiamo attendere ancora altro tempo, due o tre anni come prevede l’UE, per vedere etichettate con l’origine anche le carni e il latte utilizzati in alimenti trasformati, come prosciutti, salami e formaggi in una situazione in cui - ha denunciato Sergio Marini - la metà delle mozzarelle e tre prosciutti su quattro sono ottenuti da latte e carne di animali allevati all’estero senza alcuna informazione per il consumatore. Il regolamento adottato dal Parlamento Europeo prevede l’estensione dell’obbligo di etichettatura di origine, già in vigore in tutta Europa per la carne bovina, ad altre carni mentre spetta alla Commissione europea il compito di esaminare l’opportunità di estendere un sistema di etichettatura obbligatoria alle seguenti categorie di alimenti: latte, latte impiegato come ingrediente, carne utilizzata come ingrediente, alimenti non trasformati, alimenti mono-ingrediente e ingredienti che rappresentano più del 50% dell’alimento”. Si espande e si rafforza il progetto della filiera tutta agricola e tutta italiana, per far emergere quell’Italia del buonsenso di cui è ricco il Paese e di cui fa parte Coldiretti che, come ha scritto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo messaggio, “rappresenta un antico patrimonio umano e professionale”.
E l’appuntamento è al prossimo anno, per un “nuovo” Palalottomatica.

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