8 Aprile 2011
Gli italiani bocciati sulla dieta mediterranea

La notizia è di quelle da farsele ripetere due volte! Gli italiani bocciati sulla dieta mediterranea.
Come è possibile che la nostra tanto invidiata dieta mediterranea, modello alimentare, elisir di lunga vita, fiore all’occhiello della nostra tradizione culinaria, patrimonio dell’Unesco, combinazione di nutrienti efficace a prevenire i fattori di rischio, i cosiddetti big killers, cancro e malattie cardiovascolari, utile contro la depressione e nel rallentamento dell’invecchiamento cerebrale, non sia conosciuta dal “suo” popolo? Addirittura, come se non bastasse, da questa indagine è emerso che sei persone su dieci non conoscono la piramide la piramide alimentare, ovvero le giuste proporzioni da tenere in conto nella selezione dei cibi da inserire nella dieta mentre, come se non bastasse, sono pericolosamente attratte da peccati di gola e squilibri insani.
Tutto questo è davvero inaccettabile, però rende Coldiretti ancora più fermamente convinta che il Progetto per il Paese per una filiera tutta agricola e tutta italiana sia la risposta giusta anche per colmare lacune di questo genere. Come?
Semplice, perché i consumatori hanno bisogno di essere guidati nelle loro scelte, hanno bisogno di saper riconoscere con facilità il vero Made in Italy, hanno bisogno di leggi chiare che tutelino i prodotti che hanno fatto e fanno grande il nostro BelPaese all’estero.
Eh sì, proprio all’estero dove i prodotti con la nostra bandiera tricolore vengono cercati e i falsi si moltiplicano andando a rimpinguare le casse di chi vive speculando proprio sull’agroalimentare.
Coldiretti è prima di tutto forza sociale quindi l’obiettivo è quello di continuare ad essere un punto di riferimento per la società ma anche portare avanti  il nostro percorso di educazione alla Campagna Amica nelle scuole perché i consumatori di domani possano conoscere, senza esitazioni, il significato e le peculiarità di un tesoro chiamato “dieta mediterranea”.
Ma se la bocciatura non lascia margine di errore, ci possiamo consolare con il fatto che all’estero volano i prodotti della dieta divenuta patrimonio dell’Unesco  e che vale complessivamente 200 miliardi la spesa di italiani e stranieri per acquistare pasta, olio, vino conserve di pomodoro e frutta e verdura italiana in un anno nel mondo.
E’ quanto rileva la Coldiretti in riferimento alla ricerca del Dipartimento di medicina interna, invecchiamento e malattie nefrologiche dell'Università di Bologna presentato a Genova al Congresso nazionale della Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec). “Tutti i prodotti cardine della dieta mediterranea vedono – evidenziano Roberto Paravidino e Simone Moroni presidente e il direttore della Coldiretti di Alessandria - l’Italia ai vertici mondiali nella produzione. Il Belpaese è, infatti, il primo produttore mondiale di pasta e vino, mentre nell’olio occupa la piazza d’onore, pur essendo il primo esportatore”. Ma l’Italia è anche il primo produttore europeo di frutta e ortaggi, oltre che il primo a livello mondiale di kiwi, uva, carciofi, il secondo per pesche e nettarine, carrube, nocciole, il terzo con cavolfiori e broccoli, pere, il quarto su lattuga e cicoria, mandorle, ciliegie, castagne. Primato nelle esportazioni anche per le conserve di pomodoro, di cui lo Stivale è anche il terzo produttore a livello mondiale. Il boom della dieta mediterranea all'estero è confermata dalle ottime performance del Made in Italy con le esportazioni ch fanno registrare un aumento del 13 per cento nel 2010 rispetto all’anno precedente. Molto positive - rileva la Coldiretti - le performance dell’ortofrutta fresca (+21 per cento in valore all’export), dell’olio d’oliva (+14 per cento) e del vino (+12 per cento), mentre la pasta (voce assai importante del Made in Italy sulle tavole straniere con 1,8 miliardi di euro) fa segnare una sostanziale stabilità a dimostrazione della tenuta complessiva del Made in Italy a tavola nonostante la crisi globale. “Ma il successo all’estero dei prodotti della dieta mediterranea – concludono Paravidino e Moroni - rappresentano anche un volano di sviluppo per il turismo enogastronomico che vale cinque miliardi e si conferma il vero motore della vacanza Made in Italy, unico segmento in costante e continua crescita nel panorama dell'offerta turistica nazionale”.

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