2 Luglio 2010
Alcuni flash della relazione del Presidente della Coldiretti, Sergio Marini, all’Assemblea nazionale

 (COLDIRETTI) SENZA ETICA TRATTARE CIBO COME FRIGORIFERI

Le difficoltà delle imprese agricole sono il frutto dello stesso arretramento dell’etica sociale nel mercato. La globalizzazione dei mercati, a cui non ha fatto seguito quella della politica, ha portato ad un deficit di responsabilità, di onestà e di trasparenza  che ha generato la crisi internazionale ed ha drammaticamente legittimato la derubricazione del tema cibo fino a farlo considerare una merce qualsiasi,  come fosse un aspirapolvere o un frigorifero. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel suo intervento all’Assemblea nazionale nel sottolineare che gli effetti drammatici, legittimati sull’altare di un libero mercato senza regole, vanno dalle speculazioni sulle materie prime agricole al  furto di milioni di ettari di terre fertili a danno dei Paesi piu’ poveri, il cosiddetto land grabbing, fino alle  grandi bugie sul potere salvifico degli organismi geneticamente modificati (Ogm), la cui diffusione sotto il pressing delle multinazionali è aumentata insieme al numero degli affamati.

CRISI: MARINI (COLDIRETTI), C’E’ UN CASO ITALIANO NELL’AGROALIMENTARE

La situazione di difficoltà dell’agricoltura italiana non dipende solo dalla crisi generale ma dal fatto che stiamo vivendo i drammatici effetti di quelli che sono i due furti ai quali sono sottoposte giornalmente le nostre imprese: da una parte il furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio il cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come italiano; dall'altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i nostri prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel suo intervento all’Assemblea nazionale nel sottolineare l’esistenza di un caso Italia come dimostra il fatto che, nonostante i successi del nostro agroalimentare, secondo l'Eurostat dal 2000 al 2009 i redditi agricoli reali nel nostro paese sono diminuiti del 36% contro una crescita del 5,3% nell'Unione europea. Solo tra il 2008 e il 2009, Eurostat indica la contrazione in Italia pari al 21% rispetto ad una contrazione media dei redditi agricoli dell'11,6% nell'Unione europea.

MADE IN ITALY: MARINI (COLDIRETTI), LEVA COMPETITIVA E’ DIVERSITA’

L’unica leva competitiva possibile per il Made in Italy agroalimentare è quella di essere diversi perché migliori. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel suo intervento all’Assemblea nazionale nel precisare che la nostra diversità dipende dalla capacita di legarsi con il più grande ed inimitabile patrimonio che il mondo ci riconosce, i nostri territori, le nostre identità, il nostro straordinario paesaggio fatto di ambiente storia e cultura, il nostro cibo ed i suoi primati in termini di  sicurezza ambientale, sociale e sanitaria. Il futuro della nostra agricoltura - ha precisato Marini - sarà nell’essere diversi e migliori e non omologati a quei sistemi produttivi che operano con strutture di costi per noi irraggiungibili. Il problema - ha precisato Marini - è non farsi copiare le nostre eccellenze e non replicare modelli che il mercato ha già abbondantemente bocciato, come nel caso degli Ogm. Sarebbe bene che - ha continuato Marini - anche gli altri settori dell’economia trovassero ancoraggi forti per farsi riconoscere quella diversità in mancanza della quale siamo destinati a competere sui costi, con il rischio della delocalizzazione e di nuova povertà sociale. La Coldiretti - ha continuato Marini - ha scelto una strategia fondata su altri tre capisaldi con valenza economica e sociale
•     Trasformare le nostre materie prime agricole in cibo  per aumentare il potere contrattuale nella filiera e sfuggire alla morsa delle speculazioni sulle materie prime stesse;
•     Costruire un modello di rappresentanza di filiera che coinvolge cooperative e consorzi agrari perche il nostro cibo deve arrivare sino agli scaffali, altrimenti il nostro ben fare serve alle grandi marche solo per gli spot televisivi mentre noi vogliamo firmare i nostri prodotti i mettendoci la faccia;
•     Il nostro è un progetto intriso di etica sociale, cibo come diritto, responsabilità del fare, trasparenza della filiera, interesse e aspettative della gente come priorità. Un progetto che rida dignità al settore che deve essere pesato ben oltre e piu’ di quanto tendono a dire i parametri economici. Questo approccio fa cambiare pelle alla Coldiretti che è diventata una forza sociale a tutto tondo che parte dagli interessi dei consumatori e diviene soggetto politico e interlocutore credibile delle istituzioni, sulla base di un progetto di crescita per l’intero paese.

MADE IN ITALY: MARINI (COLDIRETTI) POLITICA SCELGA TRA SERIETA’ E FURBIZIA

Alla politica chiediamo di saper scegliere tra chi investe, si impegna e innova e chi fa il furbo e vive di rendita. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel suo intervento all’Assemblea nazionale nel sottolineare che non si puo’ concedere, come purtroppo è successo, il titolo di Cavaliere a chi e’ cresciuto sfruttando all’estero l’immagine del Made in Italy costruita con il lavoro nei campi italiani di centinaia di migliaia di imprenditori agricoli, ai quali non è stato concesso alcun riconoscimento. La politica non deve essere né notaio né mediatore ma deve assumersi la responsabilità di decidere:
•     tra le lobby e i cittadini, come nel caso degli Ogm e dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza degli alimenti, dove è molto chiaro dove sta la volontà popolare;
•     tra imprese e rendita, sia nella destinazione delle risorse come quelle della Politica Agricola Comune (Pac) e dei Piani di Sviluppo Rurale (Psr), sia nel sostegno ai progetti, distinguendo quelli che portano lavoro e sviluppo al territorio da quelli dietro i cui grandi numeri si nasconde la volontà di delocalizzare;
•     tra le cose dichiarate e le cose fatte. Abbiamo apprezzato il percorso di semplificazione avviato nel mercato del lavoro con i voucher ma si può fare di piu’ e occorre proseguire nella sburocratizzazione valorizzando la sussidiarietà;
•     tra il vero e il falso, rendendo ad esempio subito noti i dati secretati sulla destinazione delle importazioni agroalimentari da paesi extracomunitari. Va premiata l’onesta e la trasparenza e la politica e la pubblica amministrazione devono dare il buon esempio. Ci sono ancora troppe anomalie che il Paese non merita.
Da parte nostra ci impegniamo a rimboccarci le maniche come dimostrano i passi da gigante che abbiamo fatto in un anno nel nostro progetto operativo per una “Filiera agricola tutta italiana” che ha come obiettivo - ha ricordato Marini - di sostenere il reddito degli agricoltori eliminando le distorsioni e tagliando le intermediazioni con l'offerta attraverso la rete di consorzi agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole di prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo. Le prime dieci cose fatte nell’ambito del progetto - ha continuato Marini - riguardano dal via al più grande circuito europeo di Farmers market alla nascita, con Consorzi Agrari d’Italia (CAI), della prima e più importante holding italiana degli agricoltori, dalla commercializzazione della prima pasta dei coltivatori italiani all’avvio della prima e piu’ grande società di trading europea dei cereali di proprietà degli agricoltori, dalla sottoscrizione del piu’ grande contratto europeo di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili da biomasse tutte italiane all’accreditamento di circa mille nuovi punti di vendita diretta di Campagna Amica al mese.

MANOVRA: COLDIRETTI, CONFLITTO STATO/REGIONI NON DANNEGGI IMPRESE

Occorre fare attenzione che il conflitto in atto tra governo e Regioni non danneggi le imprese impegnate in settori come l’agricoltura, le cui competenze sono state da tempo completamente trasferite a livello regionale. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel suo intervento all’Assemblea nazionale in riferimento alla minaccia delle Regioni di restituire le deleghe sull’agricoltura a seguito del taglio di risorse proposto nella manovra. Sono pari a circa 250 milioni di euro i trasferimenti per l’agricoltura alle Regioni a statuto ordinario.

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