23 Giugno 2014
Anche il Monferrato entra nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco

“Esprimiamo la nostra soddisfazione e ci uniamo al coro dei commenti positivi. Il riconoscimento di Langhe, Roero e Monferrato a patrimonio dell’Unesco rappresenta una grande opportunità che è necessario valorizzare per far continuare a fa crescere questo territorio unico ed inimitabile capace anche di esprimere produzioni da primato conosciute ed apprezzate in tutto il mondo”.
Parole espresse dal presidente e dal direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni dopo aver appreso il via libera all’iscrizione dei “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte, Langhe-Roero e Monferrato" nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco, avvenuto Doha in Quatar, che premia il lavoro di generazioni di agricoltori a tutela dell’ambiente e dell’alimentazione
“Da sempre conosciamo e cerchiamo di divulgare la bellezza del Monferrato sia nel suo insieme che valutando i singoli aspetti, ora sarà più semplice condividere con il mondo questo patrimonio. – hanno continuato Paravidino e Moroni - Un successo per la provincia di Alessandria, per il Piemonte e per l’Italia intera alla vigilia del semestre di presidenza dell’Unione e dell’Expo che potrà contribuire alla ripresa di un Paese in cui turismo, cultura e alimentazione rappresentano le leve strategiche determinanti per uscire dalla crisi”.
In questo modo si consolida il primato mondiale dell’Italia nel turismo enogastronomico che da solo vale 5 miliardi ed è in continua crescita ma una spinta determinate viene anche per l’insieme della vacanza Made in Italy con un terzo (32,7 per cento) del budget destinato da italiani e stranieri all’acquisto di prodotti alimentari o ai pasti consumati in ristoranti o trattorie.
Le ricadute positive del riconoscimento potrebbero portare tra l’altro ad una crescita del turismo intorno al 30% nei primi cinque anni sulla base degli effetti sui siti promossi in passato.
Ricordiamo che Monferrato, Langhe e Roero coprono il 90 per cento della produzione vinicola del Piemonte, che è complessivamente pari a circa tre milioni di ettolitri di vino l’anno con un fatturato sui 335 milioni di euro con il 60 pr cento dell’intera produzione che è esportato in Germania, Gran Bretagna, Francia, Svizzera e Stati Uniti.
“Una risposta concreta all’esigenza di tutelare e valorizzare i territori della nostra regione e, naturalmente, della provincia alessandrina. – concludono Paravidino e Moroni - L'iscrizione, nel patrimonio "culturale" e non in quello "paesaggistico", è motivata con il legame tra il territorio, la coltivazione dell'uva e del vino e la stessa storia agroalimentare del nostro Paese, una eccezionale testimonianza vivente della tradizione storica della coltivazione della vite, un esempio straordinario di interazione dell'uomo con il suo ambiente naturale”.

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