18 Maggio 2012
Assemblea Giovani Impresa – La forza giovane del Paese

“I giovani di Coldiretti sanno trasformare le difficoltà in opportunità”. Con queste parole il delegato Giovani Impresa Vittorio Sangiorgio ha introdotto l’Assemblea Nazionale che si è svolta giovedì scorso all’Audiotorium della Musica di Roma e alla quale ha preso parte una numerosa delegazione di giovani imprenditori della federazione alessandrina. “Ragionare e condividere perchè l’Italia ha bisogno delle sue giovani energie: lo abbiamo capito incontrando tanti ragazzi negli incontri territoriali che sono stati organizzati a Verona, Firenze e Napoli. – ha continuato Sangiorgio - Proprio in questi contesti è emerso che noi siamo più che mai la forza giovane del paese, raffiguriamo a trecentosessanta gradi la difesa, la promozione e la commercializzazione del Made in Italy. Il nostro presidente nazionale Sergio Marini rappresenta l’Organizzazione con la classe dirigente più giovane d’Italia: vi sembra poco in un Paese dove l’età media della classe dirigente italiana è la più vecchia in Ue?”.
Il 33 per cento dei giovani agricoltori si trova in fase di espansione aziendale, al Nord come al Sud, contro il 10 per cento della media nazionale, e ciò nonostante le opportunità di ottenere finanziamenti dalle banche - sottolinea Coldiretti - si riducono della metà: il 17 per cento degli under 30 segnala, infatti, difficoltà rispetto all’8 per cento degli adulti. Gli under 30 sono particolarmente attivi nell’export, con il 13 per cento dei giovani che vende oltre confine, contro una media nazionale dell’8 per cento. Il 40 per cento dichiara inoltre di aver aumentato il proprio fatturato nell’ultimo anno.
Le giovani imprese hanno la metà delle possibilità di accedere al credito rispetto a quelle adulte, ma crescono il triplo. E’ questo quanto emerso dall’indagine Coldiretti/Swg in rappresentanza delle 61mila imprese agricole condotte da giovani in Italia. L’esperienza del settore agricolo conferma che quando in azienda è presente un giovane la crisi si fa meno sentire, con risultati migliori in termini di reddito ed occupati.
Ancora, il 37 per cento vuole espandersi nei prossimi tre anni, attraverso l’affitto (22 per cento) o l’acquisto di terreni (15 per cento). Un’azienda su due vanta anche una certificazione di qualità mentre il 63 per cento è multifunzionale contro il 37 per cento del campione nazionale. Non a caso, il principale settore di investimento per i giovani imprenditori (42 per cento) è la vendita diretta dei propri prodotti, seguita da agroenergie (24 per cento) e agriturismo (18 per cento). Ma la filiera corta con la vendita diretta in azienda o nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica è anche il canale commerciale preferito (64 per cento contro il 36 per cento del campione nazionale). Sul fronte occupazionale, nelle giovani imprese agricole lavorano stabilmente in media tre persone all’anno. Forte la presenza di lavoratori immigrati, in media del 18 per cento contro il 10-11 per cento generale. Non mancano però gli ostacoli: per il 36 per cento dei giovani la principale difficoltà per lo sviluppo di impresa è la burocrazia.
“Per consolidare questi risultati serve una politica di creazione di imprese giovani all’interno di un’idea precisa di crescita economica del Paese – ha continuato il delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Vittorio Sangiorgio - che si basi su intelligenti attività di promozione e di accompagnamento alla fase di progettazione; su meccanismi di assistenza allo start-up; su innovative ipotesi per la messa a disposizione delle giovani imprese dei terreni, su un coordinamento tra le diverse competenze; su una regolamentazione e semplificazione dell’accesso al credito per evitare che in un momento di crisi economica e di scarsità di risorse si rischi di lasciare inutilizzate risorse disponibili e a cui i nostri giovani non riescono ad accedere”.
Sono quasi diecimila (9.170) le nuove imprese agricole nate nonostante la crisi nel primo trimestre 2012 con l’agricoltura che è l’unico settore che non ha visto diminuire la presenza percentuale di giovani imprenditori under 30. Nel tempo della crisi il ricambio generazionale in agricoltura è più alto che in altri settori con la presenza di giovani agricoltori che è rimasta percentualmente stabile mentre nell’attività manifatturiera si è più che dimezzata negli ultimi 30 anni.
Per trasformare il desiderio di diventare agricoltore in realtà la Coldiretti ha presentato il vademecum su “Come aprire una azienda agricola” per rispondere alla domanda di campagna delle giovani generazioni. Un sogno più facile da realizzare anche grazie alle opportunità offerte dal decreto sulle liberalizzazioni in cui si prevede la possibilità di affitto, oltre alla vendita, dei terreni agricoli demaniali, con prelazione a favore proprio dei giovani agricoltori. “Una opportunità fortemente voluta dalla Coldiretti che potrebbe riguardare fino a 338mila ettari di terreni agricoli pubblici, dai quali potrebbero nascere fino a 43mila nuove imprese agricole condotte da giovani”, ha aggiunto Sangiorgio.
Il fatto che il settore agricolo sia il terzo settore che attrae maggiormente i giovani che vogliono investire in impresa in Italia, dopo commercio e costruzioni, è “un dato incoraggiante che ci fa essere consapevolmente ottimisti e che permette, ad esempio, a un giovane siciliano di non abbandonare il Sud, sviluppare le potenzialità del suo territorio e contribuire allo sviluppo della comunità locale.
Per far nascere una impresa è prima di tutto prioritario - ha proseguito Sangiorgio - avere un “idea” d’impresa intorno alla quale sviluppare un progetto senza fermarsi alla semplice visione bucolica”. Non accontentarsi delle ipotesi più tradizionali, ma considerare l’ampio spettro di opportunità offerte dal settore che ha esteso le sue competenze dalla produzione alla trasformazione e vendita di prodotti alimentari.
E ancora, dalle agroenergie fino all’offerta di servizi alle scuole come le fattorie didattiche, ma anche alle pubbliche amministrazioni per la cura del verde.
Confrontarsi con chi ha già fatto esperienze analoghe o simili, visitando direttamente le aziende in Italia e in Europa, contribuisce a focalizzare l’idea e ad individuare le migliori soluzioni.
Dopo aver verificato la tenuta dell’idea e averla trasferita in un progetto concreto con la collaborazione di esperti, vanno individuate le opportunità concrete che ci sono sul mercato in termini di località, aziende e professionalità.
Non è raro trovare occasioni di acquisto soprattutto nelle aree interne o di montagna dove l’attività di coltivazione e di allevamento è più difficile, ma si possono cogliere opportunità per il turismo rurale.
Inoltre occorre verificare le alternative dell’acquisto, dell’affitto o della semplice gestione aziendale considerato che sono molti gli agricoltori anziani che non hanno alcuna intenzione di cedere la propria azienda, ma sarebbero disponibili a collaborazioni. Verificare le eventuali ipotesi di dismissioni di terreni pubblici da parte delle autorità pubbliche. Individuato il fabbisogno finanziario complessivo soprattutto per i giovani sotto i 40 anni di età occorre verificare l’esistenza di agevolazioni per lo specifico progetto considerato.
Le agevolazioni per la maggioranza sono di natura comunitaria e vengono erogate attraverso le regioni con la consulenza dei centri Caa avviati anche dalla Coldiretti. Per l’acquisto della terra occorre verificare la possibilità di un mutuo presso Ismea nell’ambito dei finanziamenti della piccola proprietà contadina, mentre molte banche offrono condizioni specifiche anche grazie ad accordi con il Consorzio fidi Creditagri Italia, promosso dalla Coldiretti per la ricerca delle migliori condizioni di accesso al credito e che ha già garantito 100 milioni di euro di investimenti proprio a favore dei giovani agricoltori.
Dal punto di vista burocratico sono tre i passaggi fondamentali: apertura di una Partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate, iscrizione al Registro delle imprese, sezione speciale Agricoltura, presso la competente Camera di Commercio e iscrizione e dichiarazione presso l’Inps. Una formazione di base in campo agricolo è importante, ma non decisiva anche perché sono numerosi i corsi di formazione professionale organizzati a livello regionale per acquisire competenze e avere la qualifica di imprenditore agricolo dal punto di vista fiscale.
Ad aprire i lavori il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Sono intervenuti il lavori il Ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca e il Ministro politiche agricole Mario Catania, il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Paolo Russo e del Senato Paolo Scarpa Bonazza Buora nonché il coordinatore degli Assessori regionali all’Agricoltura Dario Stefano ed Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd.
La chiusura della giornata è stata fatta dal presidente nazionale Sergio Marini il quale ha ribadito come l’agricoltura sia l’unico settore che non ha visto diminuire la presenza percentuale di giovani imprenditori agricoli under 30 negli ultimi quindici anni, dove la presenza di giovani agricoltori è rimasta percentualmente stabile a conferma che il ricambio generazionale in agricoltura è più alto che in altri settori.
“Ad essere vecchie, ed anche poche, sono soprattutto le idee con le quali si vuole affrontare la crisi”, ha sostenuto il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “si cerca di riproporre modelli di sviluppo fondati sulla finanza e sulle economie di scala che hanno già fallito altrove e che non hanno nulla a che fare con le peculiarità del Paese”.
“L’Italia - ha detto Marini - può tornare a crescere solo se investe nelle proprie risorse che sono i territori, l'identità, il turismo, la cultura e il cibo che sono una leva competitiva formidabile per trainare il Made in Italy nel mondo”.

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