18 Novembre 2011
Campagna vitivinicola 2011

Dal 1996 Coldiretti Alessandria organizza un evento legato all’andamento della campagna vitivinicola.
Fino al 2008 l’oggetto del convegno è stato la presentazione dei dati delle uve che ci si apprestava a raccogliere, con l’intento di dare un’indicazione ai viticoltori che a breve avrebbero dovuto procedere alle operazioni di vendemmia.
Già dal 2009 si sono rivisti il progetto e gli obiettivi, il convegno ha cambiato nome in “VinFacendo”, si è cominciato a valutare vini e vendemmie a “bocce ferme” dopo la raccolta e si sono integrati interventi meno tecnici e più politici ed economici; gli argomenti affrontati nel 2009 sono state le opportunità che la nuova OCM può fornire alle aziende.
Nel 2010 il focus si è spostato su una delle grandi criticità della vitivinicoltura alessandrina rappresentata dalla mancanza di capacità nel fare sistema, da un’offerta non adeguata ai tempi, da un quadro economico ormai troppo mutato rispetto al tradizionale approccio commerciale delle aziende e ad una enorme sofferenza economica.
Quest’anno si è deciso di continuare nell’approfondimento della situazione legata alla realtà delle cooperative con l’intenzione di fornire contributi pratici operativi agli operatori del settore, siano essi enti pubblici che privati.
Un convegno che ha voluto essere l’occasione per fare il punto su uno dei comparti che da tempo sta pagando il caro prezzo di una crisi che dura da anni.
E’ stato proprio questo il comune denominatore che ha legato tutti gli interventi che si sono alternati durante il convegno organizzato dalla Coldiretti  in collaborazione con la Cassa di Risparmio Alessandria che si è svolto nella sede della Camera di Commercio dal titolo “Vino: strategie per riorganizzare la filiera vitivinicola”.
L’incontro ha preso le mosse da un progetto ben preciso e concreto che in questi ultimi mesi la federazione alessandrina sta portando avanti con determinazione: rilanciare il mercato per salvare una parte importante dell’agricoltura.
Ad aprire i lavori il Presidente della Camera di Commercio Piero Martinotti, il presidente della Cassa di Risparmio di Alessandria Carlo Frascarolo, Lino Rava assessore all’agricoltura della Provincia di Alessandria e da Franco Trussi assessore com unale Città di Alessandria, i quali hanno elogiato la tematica scelta e lo slogan che da sempre contraddistingue gli incontri sul territorio dedicati al mondo vitivinicolo ossia, “dalla vigna alla bottiglia per una filiera tutta italiana”.
La parola è quindi passata all’agronomo di “Terre Cortesi Moncaro” Danilo Coppa a Maurizio Bottura della Fondazione Edmund Mach dell’Istituto Agrario San Michele all’Adige e all’economista agroalimentare Gian Luca Bagnara.
Tutti concordi nel sottolineare “come non ci sia più tempo da perdere, che decisioni anche drastiche debbano essere assunte e che ogni attore della filiera dovrà obbligatoriamente rivedere le proprie posizioni affinché l’intero settore non giunga ad un punto di non ritorno”.   
Efficacia e pianificazione, dunque, per dare nuovo reddito alle aziende e aiutarle a superare un momento particolarmente difficile come quello attuale.
Una crisi che si è fatta sentire sui prezzi delle uve piemontesi e alessandrine anche in questa vendemmia 2011 ma dove la qualità della materia prima può ancora permettere transazioni remunerative per i viticoltori a patto che le aziende, o i gruppi di aziende acquirenti, non guardino a logiche esclusivamente commerciali, ma a strategie di più ampio raggio, capaci di salvaguardare le piene potenzialità del patrimonio viticolo in vista della ripresa, puntando alla ricerca di livelli qualitativi sempre maggiori.
La congiuntura economica trasversale non sta risparmiando il settore e non guarda alle “stelle” della qualità: proprio per questo sul fronte economico è fondamentale mantenere equilibrio tra prezzo delle uve e del vino.
“In una fase di mercato difficile i margini di contenimento devono essere ricercati anche e soprattutto nella fase distributiva. - sostengono il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni - E’ un periodo particolarmente intenso e difficile che sta richiedendo un grande impegno ma Coldiretti è pronta a fare la parte, fino in fondo, perché ne va del futuro delle imprese e dell’economia del territorio: il nostro Progetto per il Paese ne è la testimonianza più concreta e la sua continua crescita la dimostrazione che stiamo percorrendo la strada giusta”.
Qualche dato significativo?
La vendemmia 2011 registra una quantità moderata, con riduzioni anche nell’ordine del 10-20- 25% rispetto l’anno precedente.
Qualità ottima, con uve che non di rado hanno manifestato un iniziale appassimento, dovuto alle scarse precipitazioni durante il periodo che precede la raccolta.
La minor produzione, generalizzata in tutta Italia, va ascritta alle caratteristiche dell’annata, insieme ad una flessione del potenziale viticolo.
Con il premio all’abbandono volontario erogato dalla comunità europea, l’Enotria ha avuto una contrazione di ben 30 mila ettari in tre anni.
A livello piemontese e alessandrino il mercato dei vini mostra vivacità, registrando segnali di ripresa: si riducono le giacenze e crescono gli imbottigliamenti rispetto ad un anno fa.
La congiuntura economica negativa si fa sentire, ma il risveglio rispetto gli anni scorsi è statisticamente tangibile.
Positivo l’andamento delle vendite in termini di volume, ma occorre fare i conti e quindi partire dai prezzi.
Le uve, fatta eccezione per alcune DOCG, da un triennio denotano “sofferenza”.
I prezzi nemmeno si avvicinano al costo di produzione ed è fuor di dubbio che per mantenere integra la nostra viticoltura dovrebbero salire, e anche di molto. Le condizioni quest’anno ci sono tutte: meno uva e più qualità.
Occorre però non considerare solo un aspetto, perché la nostra realtà economica si basa su un sistema che vede in un senso contrapposti, ma in realtà intimamente legati, gli interessi di tre attività: la vendita e quindi il prezzo dell’uva, il mercato dello sfuso e il prezzo al consumo finale della bottiglia.
Serve perciò un sempre maggiore equilibrio tra le tre componenti con lo sguardo attento ai prezzi al consumo che, soprattutto di questi tempi, mal sopporta ritocchi al rialzo.
Dove si è riusciti a raggiungere accordi di filiera, la gestione interprofessionale consente di mantenere il giusto equilibrio tra il valore dell'uva, del vino e della bottiglia e consolidare così le quote di mercato. In altri casi la non possibilità di accordo tra produttori, trasformatori ed imbottigliatori, rende tutto più difficile.
L’altalena dei prezzi, in un contesto che deve fare i conti con la mondializzazione (il Piemonte esporta oltre il 70% del vino), è deleterio per tutti gli operatori,che non possono programmare con previsioni nemmeno a breve o medio termine. Addirittura chi vende le uve, le cede senza conoscerne il prezzo.
Ancora una vendemmia è stata affrontata senza una minima indicazione preventiva. La strada verso gli accordi di filiera è ancora lunga, ma Coldiretti non la considera affatto chiusa, perché è troppo importante per l’economia del nostro sistema vitivinicolo.
A preoccupare è però il calo dei prezzi pagati ai produttori.
“E’ una situazione inaccettabile – sostengono il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni – se si calcola che nel frattempo le spese di produzione sono triplicate a causa dell’aumento dei costi energetici, dei concimi e della manodopera. Se le uve non saranno adeguatamente remunerate ci sarà il rischio di un’accelerazione e, addirittura si potrà parlare di scomparsa dei vigneti”.
Anche, e soprattutto, nel nostro territorio la differenza la faranno le aziende e o i gruppi di aziende più sensibili e dotati oltre che di una visione a più ampio respiro, anche di 'spalle' capaci di reggere l'attuale situazione che potranno mercanteggiare una qualità superiore e una quantità inferiore delle uve in cambio di un prezzo meno basso.
E' questa la dose di saggezza che le imprese più importanti possono mettere in campo e attraverso la quale, lasciate da parte le più immediate, ma di corto respiro, logiche esclusivamente commerciali, è possibile dare sollievo all'intera filiera.
“Per questo è fondamentale e prioritario continuare ad agire con estrema lucidità e fermezza – concludono Paravidino e Moroni -  pronti a discutere e a proporre interventi correttivi, sempre con un unico obiettivo: difendere i valori dell’agricoltura italiana e tutelare il consumatore”.

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