7 Giugno 2011
“Due chili di carta per un litro di vino”

Coldiretti Alessandria aveva già più volte sollevato forti perplessità legate ai vincoli dettati dalla burocrazia, veri e propri ostacoli allo sviluppo e alla crescita delle imprese e dell’intero territorio. Richieste e sollecitazioni già emerse durante il convegno organizzato nel mese di novembre per trovare soluzioni alla crisi vitivinicola. Un momento importante, uno spartiacque, che ha posto le basi per il documento sul  “Progetto Vino: protagonista della crescita economica” nel quale il richiamo legato alla problematica della sburocratizzazione è stato affrontato con determinazione e concretezza grazie all’apporto di tecnici ed esperti del settore.
A distanza di qualche mese, e di numerose istanze, Coldiretti Piemonte ha presentato al Presidente della Regione Roberto Cota e all’Assessore all’Agricoltura Claudio Sacchetto il “Decalogo per la semplificazione e la sburocratizzazione nel settore vitivinicolo”.
All’incontro che si è svolto martedì scorso erano presenti anche il presidente e il direttore della Coldiretti Alessandrina, Roberto Paravidino e Simone Moroni, ha visto la consegna del  documento in dieci punti dove vengono sintetizzate le difficoltà burocratiche che gravano sul settore vitivinicolo e le prime azioni concrete da intraprendere per semplificare concretamente l’iter, armonizzando i diversi obblighi di legge connessi alla conduzione dei vigneti, alla produzione del vino ed alla commercializzazione.
“La burocrazia e la lentocrazia – affermano Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa presidente e direttore di Coldiretti Piemonte - mettono in seria discussione la sopravvivenza delle 20.000 aziende viticole del Piemonte che, insieme a 10.000 cantine, danno lavoro a 24.000 addetti per un valore della produzione lorda vendibile di 400 milioni di euro. Oggi ci vogliono letteralmente due kg. di carta per tutti gli adempimenti che sono necessari a produrre una bottiglia di vino. Le linee operative che Coldiretti Piemonte ha indicato in questo documento serviranno concretamente a ridurre i passaggi superflui e tutta quella burocrazia inutile che soffoca le imprese vitivinicole”.
“Tra i primi passaggi necessari – evidenziano Roberto Paravidino e Simone Moroni - è necessario rimodulare le risorse regionali destinate al comparto vitivinicolo. Oggi, una buona parte dei contributi non è destinata alle imprese agricole. Chiediamo che una quota maggiore dei contributi regionali sia destinata agli investimenti in azienda. La Regione Piemonte deve diventare l’Ente garante di iniziative volte a risolvere gli odierni problemi di mercato, migliorando quelle norme restrittive che non permettono una snella commercializzazione dei vini e che spesso vincolano i consumatori a scegliere prodotti meno naturali del vino”.
Conclude il direttore regionale Bruno Rivarossa, auspicando che il decalogo presentato al governo regionale possa contribuire alla sburocratizzazione a livello nazionale: “La Regione Piemonte, capofila nel settore vitivinicolo nella Conferenza Stato-Regioni, deve farsi portavoce delle difficoltà delle imprese  dinanzi al Ministro per la semplificazione normativa, perché le politiche ad hoc per la vera sburocratizzazione del settore sono indispensabili e non più rinviabili”.

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