30 Settembre 2013
Forte preoccupazione per l’innalzamento aliquota Iva dal 21 al 22%

C’è preoccupazione per l’aumento dell’Iva collegato alla crisi di Governo che, da domani, martedì 1° ottobre, passerà dal 21 al 22% sui carburanti .
Con la crisi di governo si aprono due fronti. Uno, immediato,  tocca i consumi, l'altro riguarda la legge di Stabilità, la riduzione del cuneo fiscale, privatizzazioni, introduzione della Service tax chiamata a sostituire il combinato-disposto Tares (rifiuti) e Imu.
Ma l’effetto più evidente dell’aumento dell’aliquota Iva si ha dall’immediata dilatazione del prezzo della benzina con il 43 per cento degli italiani che usa meno l’auto a dimostrazione del fatto che si compensano i rincari provocati dall’Iva con minori consumi.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Nielsen proprio sugli effetti dell’aumento dell’aliquota Iva. 
“L’inflazione a settembre è in calo secondo l’Istat anche perché – sottolineano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni - il carrello della spesa si svuota con gli italiani che hanno tagliato del 4 per cento gli acquisti alimentari”. L’innalzamento dell’aliquota Iva dal 21 al 22 per cento sui carburanti avrebbe, infatti, un effetto valanga sull’88 per cento della spesa degli italiani che viene trasportato su strada con il 68 per cento dei consumatori che taglia sull’abbigliamento, mentre il 57 per cento degli italiani per risparmiare sceglie prodotti più economici nel largo consumo.
Una tendenza confermata dall’andamento dell’inflazione con i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche che a settembre su base congiunturale sono addirittura scesi (- 0,1 per cento) con cali fino al - 4,6 per cento per la frutta fresca e al - 2,5 per cento per i vegetali freschi.
“L’aumento dell’aliquota a tavola – continuano Paravidino e Moroni - colpisce direttamente i bicchieri degli italiani con rincari dalle bevande gassate ai superalcolici, dai spumanti alla birra, dai succhi di frutta al vino, fino all’acqua minerale, mentre sono esclusi la maggioranza dei prodotti di largo consumo come frutta, verdura, carne, latte e pasta”.
In realtà per effetto della riduzione del potere di acquisto generale ad essere coinvolto è l'intero sistema economico che si trova già in una fase recessiva. Se si vuole ripartire il primo punto da affrontare è quello di non penalizzare ulteriormente i consumi riducendo ulteriormente il potere di acquisto, compromesso dalla crisi.
“L’acuirsi dell’instabilità politica rischia di bruciare nel Paese anche quel barlume di fiducia che ancora molti hanno di poter costruire un futuro migliore e in questo momento proprio non possiamo più permettercela, né come imprese né cittadini. E' tempo che tutti coloro che hanno veramente a cuore il bene dell'Italia lo dimostrino, facendo un passo avanti nella direzione dei veri interessi del Paese”: concludono il presidente Paravidino e il direttore Moroni nel lanciare l'allarme sugli effetti insostenibili della crisi per l'Italia e per il settore agricolo, dove senza Legge di Stabilità sono in gioco 350 milioni di euro della seconda rata Imu, senza dimenticare un prevedibile ulteriore crollo dei consumi legati all'aumento dell'Iva.

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