20 Marzo 2012
La Guardia di Finanza ha sequestrato in provincia 43 tonnellate di merce, soprattutto verdura

“E’ positivo il sequestro di cibo illegalmente proveniente dalla Cina che ha conquistato il triste primato nell'Unione Europea del maggior numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge”.
E’ quanto affermano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni in riferimento al sequestro di 43 tonnellate di cibi cinesi, soprattutto verdure, da parte della Guardia di Finanza di Alessandria nel sottolineare che l’ interesse degli italiani per il cibo etnico va tutelato con l’intensificazione dei controlli.
La merce, stoccata all'interporto di Rivalta Scrivia, era pronta per essere poi smistata in tutta Italia.
Secondo una indagine Coldiretti/Swg il 6 per cento degli italiani consuma regolarmente cibi etnici mentre ben il 27 per cento lo fa qualche volta. La cucina cinese è tra le più diffuse in Italia e, nonostante la pressione dei kebab i ristoranti cinesi rappresentano una presenza storica ormai consolidata nelle città. La Cina anche nel 2011 ha conquistato anche il primato nel numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, da parte dell’Unione Europea, secondo una elaborazione della Coldiretti sulla base della Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti.
Su un totale di 3.721 allarmi per irregolarità segnalate in Europa ben 569 (15 per cento) hanno riguardato proprio la Cina.
La vicenda è iniziata nel gennaio dell'anno passato quando un primo stock di prodotti alimentari surgelati era partito dalla Cina per arrivare all'interporto. Il cibo, circa 20 tonnellate, surgelato e interamente destinato al mercato gastronomico nazionale, prima di essere distribuito nei moltissimi ristoranti e negozi che avevano ordinato la merce, veniva però concentrato nei magazzini della società importatrice, una società di capitali riconducibile a una coppia di coniugi cinesi situata alla periferia di Milano. E' qui che le Fiamme Gialle si sono presentate con in mano un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip di Milano, bloccando le verdure in arrivo dall'Oriente.
I finanzieri di Tortona si erano insospettiti per le etichette, che riportavano la dicitura 'merce congelata' a fronte di un trattamento diverso.
L'inghippo in effetti si nascondeva dietro un semplice quanto ingegnoso stratagemma. Una serie di traduzioni approssimative dal cinese all'inglese e poi all'italiano aveva permesso di trasformare i prodotti 'surgelati' in prodotti 'congelati', soggetti a una disciplina meno severa quanto ai requisiti necessari per l'importazione.
Nei fatti questo stratagemma avrebbe consentito di far entrare illecitamente nel territorio italiano prodotti surgelati che altrimenti non sarebbe stato possibile importare perché privi delle garanzie richieste dalla normativa nazionale. Non solo, la perdita di ogni certezza sulla qualità delle merce, si sarebbe potuta prestare successivamente – con notevoli risparmi sui costi - a modalità di trattamento diverse da quelle consentite (ad esempio, per quanto concerne la temperatura), con i conseguenti danni sua genuinità e la salute degli ignari consumatori.
Le indagini, in breve tempo, hanno ricostruito tutti i movimenti dei prodotti e dei documenti che li accompagnavano dalla Cina fino a Milano e che hanno permesso di scoprire come la merce fosse effettivamente surgelata (e non congelata) e provenisse da un produttore sconosciuto al Ministero della Salute.
Per questi motivi i militari della Guardia di Finanza hanno immediatamente interessato la competente Procura della Repubblica di Milano, denunciando i responsabili, 2 soggetti di nazionalità cinese, e richiedendo il sequestro di tutta la merce prima che potesse giungere a destinazione.
Dopo questo primo sequestro, le indagini, sino a quel momento coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, si sono concentrate su altri importatori, per verificare altre analoghe illecite importazioni. Così si è arrivati ad un altro soggetto di nazionalità cinese che, allo stesso modo, operava attraverso una società di capitali di Prato di cui era rappresentante legale. Nella circostanza, gli alimenti, dal peso complessivo di 23 tonnellate, sono stati sequestrati dai finanzieri e dai doganieri direttamente presso l’Interporto di Rivalta Scrivia.
Il sequestro, convalidato dalla Procura della Repubblica di Tortona è avvenuto in presenza anche di personale del Dipartimento di prevenzione del servizio igiene alimenti e nutrizione della ASL di Alessandria.
A conclusione delle attività investigative, sono salite quindi a 43 le tonnellate di merce sequestrata dalle Fiamme Gialle di Tortona e a 3 il numero delle persone denunciate per frode nell’esercizio del commercio (ai sensi dell’art. 515 del Codice Penale). Una di queste ha già chiesto di definire il processo con il rito del “patteggiamento”.

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