16 Luglio 2013
Le ripercussioni anche sull’economia della provincia di Alessandria

Anche l’economia della provincia di Alessandria risente dell’effetto valanga che si sta verificando a causa del caro carburanti.
Si sta verificando un sorpasso storico: il pieno in una automobile con un serbatoio di 60 litri arriva a costare addirittura 112,62 euro, con punte per la verde che sfiorano  l’1,877 euro/litro: un importo superiore ai 111 euro che mediamente le famiglie hanno speso ogni mese per acquistare carne nel 2012 secondo l'Istat.
''E' una situazione insostenibile. Il prezzo della benzina è superiore del 55% a quello di un litro di birra, del 40% di quello di un litro di latte fresco e del 30% a quello di un litro di vino in brik. Un rapporto di cambio che – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto ParavidinoSimone Moroni -  non è eticamente ed economicamente sostenibile, mettendo a rischio sia la ripresa del Paese che la vita quotidiana”.
Tutto il sistema agroalimentare sta subendo effetti pesanti, anche alla luce del fatto che oltre l'88 per cento del trasporto delle merci avviene su strada: le conseguenze si verificano sull'aumento delle derrate, soprattutto quelle che arrivano dopo aver percorso migliaia di chilometri.
“Se l'incidenza del caro carburante sui prezzi finali degli alimentari aumenta per i prodotti importati, l'influenza è inferiore nei prodotti che arrivano dai confini locali e che quindi non devono percorrere lunghe distanze. – aggiungono Paravidino e Moroni - Per questo, aumentano le presenze e i consensi nei punti vendita di Campagna Amica dove, per la spesa, oltre al miglior rapporto tra prezzo, freschezza e qualità, vengono contenuti anche gli sprechi di imballaggi e i un periodo in cui la crisi impone scelte oculate è indispensabile canalizzare gli acquisti che permettano di risparmiare''.
Insomma, l’aumento dei prezzi del carburante riduce il potere di acquisto dei cittadini che hanno meno risorse da destinare ai consumi che sono già particolarmente depressi: a  farne le spese sono anche le vacanze con meno di 2 famiglie su 3 che quest’anno si concederanno almeno un giorno di relax fuori casa e, tra  queste, circa il 32 per cento ha scelto mete più vicine per risparmiare.

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