4 Marzo 2014
L’impegno degli agricoltori da sempre custodi del territorio

 “Da sempre gli agricoltori sono identificati come coloro che custodiscono e tutelano il territorio, non ci stiamo ad avere il dito puntato come se fossimo la causa dei tanti problemi legati alla mancata manutenzione dei fossi e la poca attenzione nei confronti dei canali scolo. Piuttosto il contrario: siamo per prevenire e monitorare, mettendo a punto un sistema snello ed efficiente per tenere puliti i canali, piccoli e grandi, per tutto l’anno”.
Con queste parole il presidente e il direttore della Coldiretti di Alessandria Roberto Paravidino e Simone Moroni hanno voluto puntualizzare l’impegno svolto dagli imprenditori agricoli a salvaguardia di un territorio provinciale a rischio idrogeologico, con continue frane ed allagamenti dove foglie e detriti continuano ad ostruire il defluire dell'acqua ai lati di molte strade comunali”.
Quello che stiamo vivendo è un inverno strano classificato al quindicesimo posto tra i più piovosi degli ultimi 210 anni: una situazione che ha moltiplicato gli allarmi per dissesto idrogeologico anche nella provincia di Alessandria.
“Cogliamo l’occasione per precisare che gli agricoltori di Coldiretti Alessandria – continuano Paravidino e Moroni - ogni giorno sono impegnati per invertire rotta, ottimizzando l'impiego delle risorse esistenti, coinvolgendo sempre di più le imprese agricole nella manutenzione e nel monitoraggio del territorio”.
Tutelare l'ambiente non significa necessariamente mera conservazione dell'esistente, molte volte è più vantaggioso dare spazio a individui ed imprese che capillarmente abitano il territorio e ne conoscono i mutamenti: è importante però la collaborazione con le Istituzioni, i Comuni e i Consorzi di bonifica che potrebbero approfittare in modo più concreto dell'economicità dell’intervento competente e affidabile dei mezzi delle imprese agricole per ottenere risultati vantaggiosi per tutti.
Una cosa è certa, servono opere infrastrutturali per la raccolta e la regimazione delle acque, ma a questa situazione non è certamente estraneo un modello di sviluppo sbagliato che ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ottenendo come risultato il fatto che ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento.
“Quel che è certo – concludono Paravidino e Moroni - è che siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense ed il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d'acqua che il terreno non riesce ad assorbire”.

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