5 Maggio 2011
Nitrati: accordo raggiunto

“Questo documento rappresenta, proprio come è intenzione dei governatori delle regioni che lo hanno sottoscritto, un valido inizio per un chiarimento definitivo della problematica. A livello provinciale siamo soddisfatti e siamo convinti che questa soluzione costituisca una riposta concreta e tempestiva per evitare la chiusura di molte aziende agricole.”
Con queste parole, il presidente e il direttore della Coldiretti di Alessandria Roberto Paravidino e Simone Moroni hanno commentato l’accordo raggiunto per la direttiva nitrati approvato dalla Conferenza stato-regioni. 
         “Irrinunciabile subordinare l’eventuale prosecuzione della discussione della richiesta di deroga alla preventiva stipulazione di un ‘accordo di programma’, da parte delle Regioni interessate e dei Ministeri all’Ambiente, del territorio e del mare e delle Politiche agricole, alimentari e forestali, che sia comprensivo di misure adeguate, partendo dall’avvio di studi ed analisi dirette alla ricerca delle effettive e concorrenti fonti di inquinamento. – affermano - Soltanto con una rinnovata delimitazione dei confini delle zone vulnerabili ottenuta tramite il ricorso a criteri che dimostrino l’abbattimento delle sostanze inquinanti in ragione della reale imputazione su carico agricolo e zootecnico, trattamento delle acque reflue, scarichi industriali e inquinamento atmosferico, potrà giungere una risposta soddisfacente senza “svendere” il patrimonio zootecnico a compromessi poco lusinghieri”.
Uno schema di accordo concernente la predisposizione entro l’anno di  uno  studio  finalizzato  all’aggiornamento  delle  zone vulnerabili da nitrati  e  alla definizione dei carichi inquinanti attribuibili ai diversi settori civili e produttivi. Lo studio affiancherà l’intenso lavoro fin qui effettuato  ai  fini della richiesta di “deroga” ai limiti attuali di azoto zootecnico  per  ettaro  in  via  di  conclusione  il  prossimo 17 maggio a Bruxelles.
Lo studio proposto sarà inoltre di supporto all’attuazione delle più recenti direttive europee in materia delle acque. “Le Regioni e Province autonome  si impegnano - così recita l’accordo - a promuovere l’aggiornamento delle  zone vulnerabili e l’adeguamento dei programmi d’azione ai risultati che emergeranno dallo studio. L’ accordo  è stato  fortemente sostenuto e voluto da Piemonte, Lombardia, Veneto,  Friuli  Venezia Giulia ed Emilia Romagna dal momento che l’attuale normativa  impone  gravosi   oneri amministrativi e gestionali alle aziende agricole  zootecniche  di  queste  regioni  e  necessita  di adeguamenti in relazione   ai cambiamenti  intervenuti  nel  tempo,  anche  al  fine  di determinare   un’equilibrata distribuzione  delle  responsabilità  tra  le diverse possibili fonti di inquinamento da nitrati. E’ pertanto  necessaria  una  conoscenza  più  approfondita  dei fenomeni, mediante  un  monitoraggio  costante  ed  esteso al  fine di comprendere le reali  cause  della  presenza  di  nitrati  nelle acque, non esclusivamente attribuibili  all’attività  rurale,  e  rivedere le designazioni delle aree definite vulnerabili. Tra  gli  altri  impegni,  l’importante accordo firmato in giornata prevede l’individuazione  degli  strumenti  finanziari  necessari  ai  fini  del concorso integrale agli investimenti aziendali diretti all’adeguamento infrastrutturale  degli  obiettivi di stoccaggio degli effluenti e, infine, lo  sviluppo  di  specifiche  misure  per  la valorizzazione della sostanza organica  adottando procedure agevolate di recupero nonché per il contrasto alla desertificazione.
Gli  Assessori  regionali  all’Agricoltura del Piemonte, della Lombardia, del Veneto, del Friuli  Venezia  Giulia, e dell’ Emilia Romagna hanno commentato con soddisfazione come “L’inquinamento   da   nitrati   delle   falde  acquifere  non  possa essere sottovalutato,  ma nemmeno accollato unicamente alle aziende agricole della Pianura  Padana.
Mentre attendiamo fiduciosi la deroga agli attuali limiti di  spandimento  dell’azoto sui territori sottoposti al vincolo, proponiamo un   percorso   condiviso   e   scientificamente  supportato   finalizzato all'aggiornamento  delle zone vulnerabili da nitrati e alla definizione dei carichi  inquinanti  attribuibili  ai  diversi settori civili e produttivi. Questo documento  può rappresentare  un  valido inizio per un chiarimento definitivo della problematica.”

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