26 Febbraio 2025
NOCCIOLE: SITUAZIONE DI EMERGENZA. CON DRASTICA RIDUZIONE DEI RACCOLTI ATTIVARE RICERCA SCIENTIFICA

Il settore corilicolo alessandrino sta attraversando una situazione di emergenza senza precedenti. Non la fisiologica alternanza tra campagne con piena produzione, altre di scarico o ancora riconducibili ad una quantità diversificata a seconda degli areali. Negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva riduzione dei volumi che ha portato nel 2024 a raggiungere l’apice con un calo generalizzato su tutto il territorio regionale con gravi ripercussioni a livello provinciale e in tutto il Monferrato.

Si tratta di un quadro estremamente preoccupante per il settore che, in dieci anni ha avuto una crescita regionale notevole passando da 15 a quasi 28mila ettari superfici coltivate.

La provincia di Alessandria è particolarmente vocata alla produzione di nocciole su una base di circa 4.000 ettari tra allevamento e fase adulta distribuiti nell’intero territorio collinare provinciale, circa 500 le aziende coinvolte nella filiera corilicola. Lo scorso anno il segno meno è arrivato oltre 70% tenendo passando ad una resa per ettaro di circa 5 quintali, contro i 15 di media degli anni scorsi.

“Ciò che serve è trovare in tempi brevi soluzioni mirate per salvare una delle filiere più strategiche a livello piemontese e territoriale – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Pertanto, Coldiretti Alessandria si unisce a quanto scritto nella lettera inviata da Coldiretti Piemonte al Governatore Cirio e all’assessore regionale all’Agricoltura Bongioanni sottolineando l’evidente la necessità di promuovere una ricerca scientifica, non più rinviabile, che vada ad analizzare ed individuare le cause che stanno portando a questi risultati negativi”.

Una ricerca che va realizzata in maniera mirata sugli obiettivi da perseguire e in collaborazione tra tutti i diversi enti già impegnati in queste attività, accompagnata da una divulgazione efficace dei risultati ottenuti.

“Uno studio su cui vadano a concentrarsi maggiori sforzi in termini di risorse economiche e risorse umane su tutti i principali aspetti che condizionano la gestione del noccioleto: dal fenomeno della cascola precoce alle concimazioni, dalle potature all’età degli impianti, dall’impollinazione alle nuove tecnologie per cercare di salvaguardare le nostre imprese agricole e rilanciare la corilicoltura - ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. I 28 mila ettari di nocciolo coltivati potrebbero avere un potenziale produttivo di circa 300 mila quintali in Piemonte ed il mercato, oltretutto, ne fa richiesta, ma i cambiamenti climatici insieme alle problematiche agronomiche impediscono di arrivare a tali risultati. E’ necessario un sostegno alla corilicoltura e alle imprese che credono nelle produzioni di qualità, impegnandosi con il loro lavoro a preservare i territori”.

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