E’ stato il Presidente Nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo a guidare il presidio organizzato al valico del Brennero dove migliaia di allevatori e coltivatori, tra i quali molti imprenditori alessandrini, si ritrovati per portare avanti “la battaglia di Natale per salvare il Made in Italy”.
I momenti di sensibilizzazione organizzati al Brennero, a Reggio Emilia e davanti a Montecitorio hanno voluto essere un segnale forte, che ha trovato pieno appoggio e consenso da parte dei consumatori.
Sono state giornate molto intense e di fondamentale importanza per lanciare, ancora una volta, a chi di dovere, il messaggio sulla necessità di garanzie qualitative e sanitarie chiare e trasparenti sui prodotti alimentari importati, a difesa dei consumatori e delle molte imprese agricole alessandrine, piemontesi e italiane.
“Anche le istituzioni hanno aderito a questo ennesimo momento di denuncia. – hanno affermato il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni - Per l’Italia ciò ha significato valorizzare concretamente il “vero” Made in Italy in una situazione in cui negli ultimi anni con la mobilitazione a favore della trasparenza dell'informazione, la Coldiretti è riuscita a ottenere l'obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva ma ancora molto resta da fare con l’etichetta che è anonima per circa la metà della spesa: dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta”.
Con questa mobilitazione Coldiretti ha voluto dimostrare che c’è un'altra Italia intera in termini di quantità di latte, di carne e di altri prodotti della nostra agricoltura che proprio dai valichi, come quello del Brennero, entra legalmente nel nostro Paese per confondere il mercato ed ingannare i consumatori.
“Parlare di cibo vuol dire parlare di diritto e di territorio, ritagliando alla nostra Organizzazione un ruolo sociale fondamentale. – continuano Paravidino e Moroni - Noi combattiamo per la trasparenza e la trasparenza è una questione morale. Coldiretti non rappresenta solo interessi ma anche diritti, un modo di essere, la trasparenza, l’etica e i beni. Un ruolo che la Società riconosce appieno alla nostra Organizzazione. Per questo siamo tornati alle frontiere e la nostra protesta non si fermerà: il messaggio lanciato all’opinione pubblica ed alle Istituzioni è stato chiaro e riguarda la mancanza di garanzie qualitative e sanitarie del prodotto importato e sulle “schifezze” che si rischia di mangiare se non intervengono misure di trasparenza”.
In questo modo si intende rafforzare il concetto che la mancanza di rintracciabilità danneggia i consumatori e fa chiudere molte imprese agricole italiane.
Quando si parla di “Paese vero” ci si riferisce a questo: alla trasparenza, all’economia reale, alla verità di valori e non alla finanza.
Questa è stata, è e sarà la scelta Coldiretti: rappresentare imprese e persone, di cui tutti noi facciamo parte, questa è “l’Italia che vogliamo”.
6 Dicembre 2013
Numerosi imprenditori alessandrini hanno preso parte alla mobilitazione