3 Settembre 2012
Qualche anticipazione e previsione

Non è facile dire oggi che vendemmia sarà.
Colpa di un clima impazzito che ha fatto scendere lo scorso inverno il termometro sotto i 20 gradi e di un’estate che, con i vari anticicloni dai nomi infernali, ha disidratato le bacche e assetato l’agricoltura.
In tutto questo però una cosa è certa: in controtendenza con il resto d’Italia, in provincia di Alessandria nessuno ha parlato di vendemmia anticipata perché, forse, sarebbe più opportuno catalogarla come “nella norma” o addirittura “tardiva”.
“Possiamo parlare senza dubbio di vendemmia in ritardo rispetto alle ultime annate, dove alcune uve verranno staccate anche con quindici giorni di ritardo: – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti di Alessandria Roberto Paravidino e Simone Moroni – come sempre molto dipenderà dalle zone di produzione e dalla tipologia, in ogni caso si potrà parlare di un ritorno alla normale tempistica rispetto agli anticipi a cui si è dovuto ricorrere negli anni scorsi”.
Scendendo più nel dettaglio tecnico al momento è possibile dire che gli elevati gradi zuccherini che già si stanno registrando non sono frutto di maturazione avvenuta ma di disidratazione delle bacche e la maturazione avanzerà, effettivamente, da ora poiché sono arrivate le tanto desiderate e auspicate piogge.
Per quanto riguarda la produzione si prevede un calo medio delle uve in provincia che può essere stimato attorno al 30-40% a seconda delle zone.
Dal punto di vista organolettico, al momento, l’acidità totale nelle uve risulta ancora elevata, sintomo ulteriore di incompleta maturazione.
Per quanto concerne le malattie che possono in certe annate attaccare i grappoli, come ad esempio la temutissima muffa grigia, la situazione appare ottimale e gli acini sono generalmente molto sani.
Ma, se la preoccupazione relativa al peso dei grappoli potrà in parte essere superato con l’arrivo delle piogge, resta il dato allarmante dei grappoli emessi dai tralci: quest’anno inferiore del 50% rispetto alla norma. Una conseguenza da non mettere in relazione con le bassissime temperature invernali ma, probabilmente, da imputarsi al clima della scorsa estate, periodo nel quale avviene la differenziazione sui tralci delle gemme miste che “porteranno i grappoli per la successiva annata”.
“Esprimere un giudizio preciso sulle caratteristiche delle produzioni è purtroppo ancora prematuro. La vite ha resistito al clima impazzito. Non si è piegata ai sette anticicloni che hanno infiammato l'Italia da Nord a Sud e una carenza di piogge estive che ha battuto ogni record. – continuano Paravidino e Moroni - Siamo  di fronte ad un'annata che deve ancora giocare buona parte delle sue potenzialità. Per questo  non è opportuno fare previsioni, visto che le prossime settimane saranno determinanti. Se nel mese di settembre si avranno temperature adeguate, giuste precipitazioni e forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, è molto probabile che si possa ottenere un ottimo prodotto”.
L’uva che verrà raccolta, sia per l’esiguità della produzione, sia per la sua sanità, dovrebbe quindi risultare eccellente.
Resta l’incognita prezzo. Chiusa la trattativa per Moscato e Brachetto i costi delle uve si segnalano in salita ma verosimilmente, a causa delle basse rese produttive, non miglioreranno i ricavi ed i guadagni dei viticoltori.

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