15 Novembre 2010
“Scandaloso il cibo che finisce nella spazzatura”

“E’ un onore ospitare in una terra generosa come questa di Castelnuovo Scrivia la Giornata del Ringraziamento. Quando nel Vangelo si fa riferimento ai termini perseveranza e fede operosa, le parole sembrano dettate per contraddistinguere il vero significato del grazie dei campi e del lavoro che ogni giorno i coltivatori svolgono in modo costante e meticoloso”.
Con queste parole don Costantino Marostegan, parroco di Castelnuovo Scrivia, ha voluto, durante l’omelia, mettere l’accento sull’importanza della figura dell’agricoltore.
Un’importanza che è rimasta e rimane immutata nel corso del tempo proprio per la sua carica etica e sociale.
In una chiesa di “SS.Pietro e Paolo” particolarmente gremita nonostante una fitta pioggia, si è svolta la Giornata provinciale del Ringraziamento organizzata dalla Coldiretti alessandrina, un momento suggestivo, di ragionamento e aggregazione che ha voluto, prima di tutto essere un’importante occasione di riflessione sui problemi che il mondo rurale sta vivendo, acuiti dal prolungarsi degli effetti di una crisi economica e finanziaria di portata mondiale.
Il messaggio della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, ha messo in rilievo diverse problematiche legate al mondo rurale: la multifunzionalità, cioè sulla sua capacità come settore primario di dare luogo a produzioni congiunte, la nostra agricoltura dovrà essere in grado di creare un nuovo modello di sviluppo, capace di rispondere adeguatamente alle attese del Paese; la rinnovata e chiara consapevolezza etica, all’altezza delle sfide sempre più complesse del tempo presente; per tutti coloro che lavorano nel mondo rurale, in particolare i braccianti, soprattutto se provengono dall’estero, spesso ancora vittime dello sfruttamento e dell’emarginazione; l’importanza di una pastorale d’ambiente, attenta al mutare delle situazioni, che si affianca all’azione delle parrocchie per coinvolgere la Chiesa nelle problematiche vitali delle persone, delle diverse questioni culturali, sociali ed economiche.
“Un momento importante di preghiera che è profondamente di Coldiretti, sentito dalla nostra gente, dai nostri imprenditori che ogni anno aspettano questa ricorrenza con rinnovato spirito di riconoscenza. – ha affermato il presidente della Coldiretti di Alessandria Roberto Paravidino - Il lavoro agricolo consente all’uomo di realizzare un rapporto diretto e assiduo con la terra, è una reciprocità nella quale si rivela e si compie un disegno finalizzato alla vita, all’essere e al benessere dell’umanità, allo sviluppo di tutti e di ciascuno. Non dobbiamo dimenticare che questa è un’occasione importante per meditare sui problemi che il mondo rurale sta vivendo, acuiti dal protrarsi degli effetti di una crisi economica e finanziaria di portata mondiale”.
Le aree rurali piemontesi, come è stato ribadito anche nel 20° incontro della Pastorale Sociale e del Lavoro per il Piemonte, sono suddivisibili come fa il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, in poli urbani, in aree rurali intermedie, collocate in collina e contraddistinte da importanti attività agricole, appaiono ormai entrate in una “ruralità post industriale” per gli obiettivi ad esse assegnate: fornire servizi e prodotti richiesti dal mercato o dallo stato.
Anche in Piemonte negli ultimi decenni si sta assistendo a tassi elevati di consumo di suolo agricolo, una problematica che ha assunto per il Paese connotati di un’emergenza di natura epocale e a cui la Pastorale sociale  del Lavoro del Piemonte dedicherà, nell’anno pastorale 2010 2011, particolare attenzione, con specifiche iniziative.
“Puntando sulla multifunzionalità, la nostra agricoltura dovrà essere in grado di dare luogo a produzioni congiunte, con nuovi modelli di sviluppo, capaci di rispondere adeguatamente alle attese del Paese. – ha aggiunto il direttore della Coldiretti provinciale Simone Moroni - E’ fondamentale che anche il lavoro agricolo e rurale si caratterizzi per una rinnovata e chiara consapevolezza etica, all’altezza delle sfide sempre più complesse del tempo presente. In questo tempo di crisi, un segnale positivo è rappresentato dal ritorno all’impresa agricola dei giovani, che sentono questo lavoro come una “vocazione”, che dona loro dignità e piena valorizzazione”.
Ancora oggi, a distanza di dieci anni, sono particolarmente attuali alcune riflessioni proposte da Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo dei lavoratori della terra del 2000 quando è stato sottolineato un concetto su tutti: “…Non solo Dio ha dato la terra all’uomo… ma l’uomo è anche un dono di Dio per l’uomo. Egli deve pertanto rispettare la struttura naturale e morale, di cui è stato dotato… Nei paesi del cosiddetto mondo sviluppato un consumismo irrazionale si sta diffondendo, una sorta di cultura dello spreco, che sta diventando uno stile di vita diffuso”. 
Consapevoli che nelle situazioni di stallo i problemi non si risolvono vivendo la nostalgia del passato, quanto, piuttosto, proiettandosi, con l'audacia dei "sognatori" biblici in una sorta di nostalgia del futuro, la sfida storica in quest'era di globalizzazione, consisterà allora nel trovare un'articolazione del locale nel mondiale: fare in modo che si possa ritrovare un luogo di identità dove la persona riacquisti i propri diritti, ritrovi unità familiare e solidarietà sia in campo economico, sociale che rurale.
Suggestivo il momento dell’offertorio e la benedizione dei mezzi agricoli che, come ha ricordato Mons. Ivo Piccinini, consigliere ecclesiastico della federazione alessandrina, “servono per la fatica quotidiana, per lavorare la terra e per donare alla comunità il bisogno al proprio sostentamento”.
Dopo la benedizione dei mezzi agricoli la parola è passata alle autorità e su un punto tutti hanno espresso la stessa opinione: la politica deve avere “la concretezza del mondo dei campi”.

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