17 Marzo 2014
Se ne parlerà martedì 25 marzo in Camera di Commercio

Le aziende agricole diventino erogatrici di servizi sociosanitari.
E’ questo l’obiettivo che sta perseguendo Coldiretti, impegnata nel divulgare un nuovo modo di intendere il welfare.
Se ne parlerà martedì prossimo, 25 marzo, nella sede della Camera di Commercio di Alessandria in via Vochieri 58 a partire dalle 9.30 durante il convegno dal titolo “Agricoltura Sociale – per guardare al di là dell’apparenza”.
All’incontro, organizzato da Coldiretti in collaborazione con Ue.Coop e la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, prenderanno parte rappresentanti delle istituzioni e del mondo socio-assistenziale ma, soprattutto, la parola verrà data a coloro che stanno portando avanti sul territorio provinciale e piemontese importanti e significative esperienze in questo ambito.
In questi ultimi anni, infatti, si sta parlando in modo sempre più approfondito di Agricoltura Sociale, anche se potremmo definirla a tutti gli effetti una pratica solo parzialmente nuova, o meglio “una retro-innovazione, che associa tradizioni e stili propri delle comunità rurali tradizionali ai bisogni della società contemporanea”.
La rinnovata attenzione nei confronti dell’agricoltura sociale sta determinando, in molte aree anche della provincia alessandrina, nuove utilità per l’agricoltura e per il territorio, assicurando una leva utile per promuovere la diversificazione delle attività economiche nelle zone rurali.
L’offerta di servizi concreti da parte di aziende che praticano agricoltura sociale riguarda una vasta gamma di utenti (minori, anziani, persone con disabilità e a bassa contrattualità) per servizi di diversa natura (per progetti di inclusione lavorativa di fasce deboli, di recupero terapeutico e di erogazione di servizi di vicinanza alla collettività) capaci di rispondere a bisogni di persone di diverse fasce di età e/o con specifici bisogni.
L’impiego delle risorse della natura, gli spazi rurali e il contatto con i cicli biologici, ma anche la partecipazione paritaria alla gestione di cicli produttivi concreti, sono elementi che includono le attività di agricoltura sociale. Percorsi che abbandonano una logica di pura assistenza a vantaggio dell’organizzazione di percorsi di giustizia sociale, dove gli utenti prendono parte attiva in reti inclusive informali. Per questo motivo, le pratiche di agricoltura sociale non possono essere lette in una chiave strettamente medica, anche dove si attuano pratiche co-terapeutiche, al contrario sono inseribili nella prospettiva definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità secondo cui “l’ambiente concorre, insieme ai fattori strutturali e funzionali, alla salute di un individuo”.
La forma di aggregazione più comune che permette l’applicazione di queste politiche, è la cosiddetta “azienda agri-sociale” conosciuta anche come ”fattoria sociale“. Si tratta di una fattoria tradizionale, o di un allevamento di animali di vario genere, economicamente e finanziariamente sostenibile, e gestita da una o più persone associate: un tipo di associazionismo sociale può essere definito anche “multifunzionale“, poiché realizza percorsi terapeutici, riabilitativi e di reintegrazione dei soggetti interessati.
Ma l’agricoltura sociale è un anche uno strumento di riappropriazione dell’individuo del proprio ruolo in società da un punto di vista professionale, visto che una delle finalità è favorire il reinserimento nel mondo del lavoro attraverso l’acquisizione delle tecniche e le pratiche agricole.
“Coldiretti Alessandria è impegnata a promuovere iniziative di sensibilizzazione, formazione, animazione territoriale e promozione di nuove imprese agro-sociali – affermano il presidente e il direttore Roberto Paravidino e Simone Moroni – poiché rappresentano per le imprese agricole nuove possibilità di diversificazione e integrazione dell’attività agricola nella logica della multifunzionalità, consentendo di ampliare la visibilità dell’azienda aprendo nuovi canali di dialogo con i consumatori”.
Nuove occasioni di crescita per le imprese multifunzionali, e per l’intero sistema Paese-Italia, una nuova frontiera anche nel grande Progetto sociale ed economico di Coldiretti per una Filiera Agricola Tutta Italiana che, in rete con Fondazione Campagna Amica, diventano leva strategica a supporto della comunità e dei cittadini.
“L’agricoltura sociale - concludono Paravidino e Moroni – può, quindi, aumentare la competitività economica delle aziende, la gratificazione personale e la motivazione degli agricoltori rispetto al lavoro attraverso la realizzazione di azioni socialmente responsabili”.
Non a caso, infatti, l’Unione Europea definisce l’agricoltura sociale come “il nesso fondamentale tra agricoltura sostenibile, sicurezza alimentare, equilibrio territoriale, conservazione del paesaggio e dell’ambiente, nonché garanzia dell’approvvigionamento alimentare” e ne ribadisce lo status di soggetto privilegiato per le politiche di welfare dei suoi stati aderenti.

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