4 Marzo 2014
Sei italiani su dieci non rinunciano a portare in tavola i dolci tipici del Carnevale

Oggi, “martedì grasso”, giorno di Carnevale, gli alessandrini non rinunciano al peccato di gola dei dolci tipici del carnevale, soprattutto frittelle, bugie e nastri fritti.
Nonostante la crisi e l’attenzione alla dieta non si rinuncia a portare in tavola i dolci tipici della ricorrenza con una novità: quest’anno, la tendenza propende per la preparazione casalinga dovuta sia alla necessità di risparmio dettata dalla crisi ma anche dal piacere di esprimere la propria creatività personale nella realizzazione di dolci da offrire in famiglia o a parenti ed amici.
Partendo da ricette regionali che utilizzano soprattutto ingredienti semplici come farina, zucchero, burro, miele e uova è possibile fare una ottima figura spendendo meno di cinque euro al chilo facendo anche fronte ai consumi energetici per la cottura.
Al contrario, per l’acquisto al forno od in pasticceria si spendono dai 15 ai 30 euro al chilo, prezzi sostanzialmente stabili o in leggero aumento rispetto allo scorso anno.
La preparazione casalinga offre anche la possibilità di assicurarsi la qualità e la freschezza degli ingredienti, che fanno la differenza sul risultato finale, a partire dalle uova e dal miele che possono essere acquistati anche nei mercati degli agricoltori di campagna amica dove sono offerti a volte anche dolci della tradizione contadina che nulla hanno a che fare con i prodotti industriali low cost. In questi giorni, infatti, negli Agrimercati di Casale, Valenza e Tortona è stato festeggiato il Carnevale con momenti di festa per grandi e piccoli proprio a base di dolci tipici come bugie e frittelle.
Ma quanto incide sulla dieta una porzione di bugie? Meno di quanto si potrebbe pensare: 50 grammi contengono 235 chilocalorie il che significa che un consumo moderato non ha effetti “drammatici” sulla dieta e sulla salute anche perché la privazione in un momento di festa, soprattutto per i più piccoli,  può avere effetti negativi sull’umore.
Una festa, quella del Carnevale che prende le mosse proprio dalla tradizione della campagna, dove segnava il passaggio tra la stagione invernale e quella primaverile e l'inizio della semina nei campi che doveva essere festeggiata con dovizia. I banchetti carnevaleschi sono molto ricchi di portate perché, una volta in questo periodo si usava consumare tutti i prodotti della terra, non conservabili, in vista del digiuno quaresimale. 
 

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