Stop speculazioni: con l’esplosione dei costi energetici quasi un agricoltore italiano su tre (30%) è oggi costretto a ridurre la produzione di cibo, con una situazione insostenibile che mette a rischio le forniture alimentari. E’ quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa in occasione del blitz degli agricoltori esasperati, provenienti da tutto il Piemonte, in piazza Vittorio Veneto, a Torino, presso il mercato di Campagna Amica che ha visto una numerosa delegazione di Coldiretti Alessandria guidata dal presidente provinciale, Mauro Bianco e dal Direttore Roberto Bianco.
I rincari dell’energia stanno avendo un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola, in un momento in cui con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e aumenti dei prezzi di beni essenziali che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare. Il taglio dei raccolti causato dall’incremento dei costi di produzione rischia, infatti, di aumentare la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari.
Con l’avvio delle operazioni colturali gli agricoltori sono costretti ad affrontare rincari dei prezzi con l’energia schizzata a +110% ed il costo dei fertilizzanti a +143%, gli allevatori stanno subendo già l’aumento delle materie prima con la soia che registra +80%, il mais +50% e le farine di soia +35%. Oltre a questo, sta aumentando il costo di produzione degli imballaggi, +50%, che impatta su tutte le filiere, dalla plastica all’acciaio fino al vetro per i vasetti del latte, del miele, degli yogurt e le bottiglie per il vino e i succhi di frutta.
“Tutta la nostra agricoltura è in difficoltà con questi rincari per cui serve un deciso intervento per contenere la bolletta energetica nelle campagne e garantire continuità della produzione agricola ed alimentare – ha sottolineato il Presidente provinciale Mauro Bianco – evitando speculazioni e pratiche sleali lungo le filiere. Chiediamo che il maggior gettito di Iva che arriva dall’aumento dei prezzi al consumo nel carrello della spesa venga destinato dallo Stato al sostegno delle imprese agricole che rappresentano l’anello più debole della filiera”.
E’ necessario percorrere con decisione la strada degli accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle.
“Il Pnrr – ha aggiunto il Direttore provinciale Roberto Bianco - è fondamentale per affrontare le sfide della transizione energetica e digitale e noi siamo pronti per rendere l’agricoltura protagonista utilizzando al meglio gli oltre 6 miliardi di euro a disposizione per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali. Con i rincari di elettricità e gas, la promozione di rete energetiche alternative rappresenterebbe un contributo determinante alla transizione green ma anche per contrastare l’aumento dei costi per famiglie e imprese”.
In questo un aiuto importante potrebbe venire anche dal fotovoltaico pulito ecco che la pubblicazione del bando, entro il 31 marzo, per accedere a 1,5 miliardi di finanziamenti per l’istallazione di pannelli fotovoltaici su migliaia di tetti di stalle e cascine, senza il consumo di suolo, è un primo importante passo avanti a sostegno delle campagne, nell’interesse degli agricoltori e dei consumatori. Un’opportunità per le nostre imprese agricole e zootecniche che possono avvantaggiarsi del contenimento dei costi energetici ma anche per il Paese che può beneficiare di una fonte energetica rinnovabile in una situazione di forti tensioni internazionali che mettono a rischio gli approvvigionamenti.
La manifestazione è stata l’occasione anche per fare il punto sulla situazione della Peste Suina Africana.
“E’ passato oltre un mese dal primo caso accertato proprio nella provincia alessandrina e mancano ancora risposte ed indicazioni chiare dalla Regione e dal Governo. Nonostante non ci siano casi di Peste Suina tra i maiali allevati, ma l’infezione sia stata accertata solo nei cinghiali, abbiamo già denunciato casi di macelli che hanno deciso di non ritirare, in via cautelativa, i suini provenienti dal Piemonte – ha sottolineato il Presidente Mauro Bianco -. Azioni strumentali che stanno danneggiando il lavoro e la professionalità dei nostri allevatori che con il loro impegno quotidiano contribuiscono in maniera determinante, con oltre 1,3 milioni di suini allevati, allo sviluppo delle filiere Dop”.
Serve un’azione forte per colpire l’agroindustria che sta speculando in un momento in cui le nostre imprese stanno già facendo fronte ai rincari delle materie prime e dell’energia, oltre ad un chiarimento rispetto alle risorse stanziate, sia a livello governativo sia regionale, che servono quanto prima per far fronte alle prescrizioni delle Asl per tutelarsi dalla Peste Suina Africana e ai danni economici provocati dalla macellazione dei capi, ma anche per sostenere le aziende nel periodo in cui non potranno rinnovare il proprio allevamento.
Spostando l’attenzione sul lato cinghiali non sono ancora state prese effettive misure di contenimento.
“Va ufficialmente nominato il commissario per l’emergenza, identificato già nella persona del direttore dell'Istituto sperimentale Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, Angelo Ferrari, al fine di attuare più rapidamente tutta una serie di misure, tra cui mettere in atto specifiche misure in materia di biosicurezza, e adottare un piano straordinario per gli abbattimenti vista la necessità di un efficace depopolamento dei cinghiali attraverso regole nuove e omogenee in tutta la Regione per arrivare ad abbatterne 50 mila – ha rimarcato il Direttore Roberto Bianco -. Vanno effettuate tutte quelle azioni che abbiamo già specificato da tempo alla Regione: dal potenziare le attività di contenimento con azioni straordinarie notturne, anche nei parchi, mediante i più moderni strumenti tecnologici che consentono di agire in sicurezza e con grande efficacia al riconoscere la possibilità a tutti i proprietari, conduttori di fondi e tutor, abilitati attraverso i corsi già svolti, di installare, anche nelle aree parco, gabbie per la cattura degli animali fino a rendere indispensabile il controllo sanitario di tutti i capi abbattuti, così da tutelare la salute pubblica e creare le condizioni che garantiscano continuità agli allevamenti domestici presenti a livello territoriale, sanzionando pesantemente chi lo evadesse”.
Diversi gli slogan sui cartelli degli imprenditori agricoli scesi in piazza: da “Draghi aiutaci tu” a “Fermiamo le speculazioni”, da “Non possiamo produrre in perdita” a “Dai campi cibo ed energia”, da “Fermiamo la guerra dei prezzi” a “Il nostro lavoro è la nostra vita”.
La mattinata si è conclusa con un appello di Coldiretti al Governo poiché serve sbloccare in tempi brevissimi un flusso di risorse, inspiegabilmente fermo da mesi, capace di accelerare il piano di transizione ecologica e alleviare il peso del debito, senza uccidere la capacità di investimento delle aziende. Basta dare immediata e pratica attuazione alla normativa necessaria, restiamo in attesa che vengano liberati gli 1,2 miliardi per i contratti di filiera, incentivate le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso la garanzia del 100% pubblica e gratuita di Ismea e fermate le speculazioni sui prezzi pagati agli agricoltori con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali perché si stanno già verificando le prime furbate dell’agroindustria.
LE PROPOSTE/RICHIESTE DI COLDIRETTI:
- LIQUIDITA’ ALLE IMPRESE
- STOP PRATICHE SLEALI PER GARANTIRE IL GIUSTO PREZZO
- SBLOCCO FONDI PNRR: 1,2 miliardi di euro per Contratti di filiera
- SBLOCCO FONDI NAZIONALI
- SEMPLIFICAZIONI URGENTI: dal Ministero della transizione ecologica servono:
- sblocco della proroga degli incentivi al biogas
- sì al digestato come fertilizzante