26 Settembre 2013
Una proposta costruttiva per una equilibrata gestione del territorio

Sarà un’ottima annata per il vino ma con un’incognita…i cinghiali!
Sono molte le segnalazioni che da giorni giungono a causa delle frequenti invasioni nei vigneti: gli ungulati fanno razzia dei grappoli ormai maturi mettendo a rischio un’ampia fetta di vendemmia.
I danni sono già notevoli, denunciano i viticoltori della provincia: l’uva viene divorata, o danneggiata, da cinghiali e caprioli, con una perdita di produzione che si annuncia grave.
Con il passare dei giorni la situazione si fa sempre più drammatica per questo Coldiretti torna a sottolineare come i danni da fauna selvatica costituiscano per l’agricoltura una vera e propria emergenza.
E mentre i produttori sono ormai esasperati si continua a registrare che tra le criticità generate dall’assenza del piano faunistico regionale si riscontra anche l’assenza di una legge piemontese che disciplini l’attività venatoria, tuteli il territorio e l’agricoltura, garantisca una miglior vivibilità di quanti vi operano, soprattutto nelle aree dove la presenza di selvatici sta generando grossissimi problemi, sia in termini di danni ambientali che di sicurezza delle persone.
Da tempo la Commissione Regionale Agricoltura sta discutendo i vari disegni di legge, di cui uno della Giunta Regionale, senza approdare ad alcuna decisione.
Coldiretti, a livello regionale, ricorda che non si sta approvando una legge per la caccia ed i cacciatori, ma un provvedimento che innanzi tutto deve tutelare il territorio e l’agricoltura: su questo si esercita la caccia, la cui attività va disciplinata in modo tale da contenere i danni e diminuire la pressione della selvaggina, cinghiali e caprioli in particolar modo, nonché garantire la sicurezza dei cittadini evitando i troppi incidenti stradali.
“Quella di Coldiretti vuole essere una proposta costruttiva per una equilibrata gestione del territorio. – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni - Tra le varie proposte, a nostra conoscenza, ci pare di notare uno sbilanciamento a favore di tesi di parte, a volte in direzione del mondo venatorio e altre nella direzione di un rigido ambientalismo. La nostra proposta cerca di inserire la caccia in un contesto di gestione equilibrata del territorio, soprattutto in riferimento alle specie selvatiche in esubero”.
Queste generano danni all’agricoltura, stanno causando incidenti stradali e in alcuni casi non è più garantita l’incolumità delle persone che operano nelle zone dove la presenza di fauna selvatica è particolarmente massiccia.
Una situazione che la Coldiretti ha già più volte denunciato e fatto propria cercando di portare davanti alle Istituzioni la voce della propria base, esasperata per i continui problemi provocati da ungulati e animali selvatici in generale.
“Ecco perchè è necessario potenziare gli sforzi per fronteggiare una condizione sempre più insostenibile per le aziende, che continua a provocare grande preoccupazione negli imprenditori agricoli, oltre che danni ingenti ai bilanci aziendali. – affermano il presidente e il direttore provinciale Roberto Paravidino e Simone Moroni - Solo con una sempre più decisa opera di prevenzione sarà possibile limitare al minimo i danni e di conseguenza gli esborsi per i risarcimenti che pesano sui bilanci della pubblica amministrazione per gli indennizzi”.

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