15 Aprile 2024
VINITALY: BOOM ENOTURISMO, CRESCONO LA CULTURA DEL VINO E L’EXPORT MADE IN ITALY

La crescita della cultura del vino conferma come il settore sia diventato in questi anni il simbolo del bere responsabile, rispetto a modelli di consumo sregolato, spesso mutuati dal Nord Europa, dei quali finiscono vittime soprattutto le nuove generazioni. Non a caso il vino è inserito appieno all’interno della Dieta Mediterranea, riconosciuta elisir di lunga vita.

Nel giro di un ventennio le esportazioni di vino Made in Italy sono quasi triplicate (+188%) arrivando a raggiungere 140 Paesi, con le bottiglie tricolori che rappresentano la prima voce delle vendite di prodotti agroalimentari nazionale all’estero.

E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio estero negli ultimi venti anni, diffusa in occasione della 56esima edizione di Vinitaly con un focus dedicato al crescente fenomeno dell’enoturismo, che registra numeri importanti anche in provincia.

A trainare il turismo tra le vigne è anche il fenomeno della vendita diretta con quasi un alessandrino su due (47%) che ha acquistato nel 2024 il vino direttamente dal produttore in cantina o nei mercati degli agricoltori, con un aumento del 15% rispetto all’anno precedente. La crescita della spesa in cantina è stata facilitata dalla diffusione delle esperienze di filiera corta, grazie soprattutto alla nascita della più vasta rete europea di acquisti dal produttore con Campagna Amica.

La vendita diretta del vino con la possibilità di conoscere vigneti e cantine rappresenta un importante elemento di promozione non solo del turismo ma anche della consapevolezza del bere. Non a caso più di un italiano su dieci (13%) tra coloro che bevono vino si dichiara nel 2024 un vero e proprio esperto, capace di abbinare la bottiglia giusta alle pietanze nel piatto e di saper riconoscere le caratteristiche di rossi, bianchi, rosati e spumanti.

Un tema sempre più sentito se si considera che la maggioranza degli intervistati, pari al 53% (sondaggio Coldiretti/Ixe’), chiede comunque aiuto al sommelier o al cameriere sulla scelta della bottiglia più adatta al pranzo o alla cena che sta per consumare mentre un 34% dichiara di scegliere il vino in base ai propri gusti, senza curarsi dell’abbinamento

Da un’analisi di Coldiretti su dati Terranostra Campagna Amica e Airbnb sono oltre sei milioni le notti trascorse tra le vigne nel 2023 dagli enoturisti italiani e stranieri che hanno preso d’assalto strutture agrituristiche, bed&breakfast e case vacanza con l’obiettivo di vivere esperienze nel mondo del vino: accanto alle tradizionali degustazioni di abbinamento di vino e ai corsi di cucina, non mancano le attività innovative che catturano l’interesse degli appassionati. Un 24% dichiara di essere interessato a pratiche sportive e salutistiche nelle vigne, tanto che ci sono strutture che propongono yoga e pilates in mezzo ai filari o percorsi in bicicletta ma c’è anche un 26% che punta alla vinoterapia e ad attività di benessere con prodotti ricavati dalla vita e dal vino, trainati dalla crescita dell’agriwellness, mentre un 31% chiede concerti e spettacoli organizzati in mezzo ai vigneti.

Proprio per sostenere questa nuova forma di turismo dalle crescenti potenzialità arriva il primo accordo siglato tra Coldiretti, Terranostra e Airbnb per la promozione di Distretti del Vino, valorizzando esperienze Made in Italy di turismo autentico e sostenibile. Previste, in particolare, la creazione di pagine web dedicata per ciascun Distretto del Vino sul sito di Airbnb con mappa digitale con l’indicazione delle cantine da visitare e schede Informative e wine passport/book o altre iniziative di valorizzazione dell’esperienza vinicola, oltre ad iniziative di formazione.

“Il boom dell’enoturismo conferma il ruolo trainante del Made in Italy nel piatto e nel bicchiere per l’intero settore turistico, dove non dobbiamo dimenticare che proprio il cibo e il vino rappresentano la prima voce di spesa – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Un successo dietro al quale ci sono i primati green della nostra agricoltura, con i suoi record in fatto di qualità e di sostenibilità che ci hanno garantito la leadership in tutta Europa”.

Nel giro di un ventennio le esportazioni di vino Made in Italy sono quasi triplicate (+188%) arrivando a raggiungere 140 Paesi, con le bottiglie tricolori che rappresentano la prima voce delle vendite di prodotti agroalimentari nazionale all’estero.

La giornata di apertura del Vinitaly 2024 ha ospitato nell’area espositiva della Regione Piemonte la cerimonia del passaggio di consegne dall’Erbaluce al Brachetto, vitigno dell’anno 2024.

Una notizia che rappresenta un’importante opportunità per un vitigno importante della provincia alessandrina: il Brachetto d’Acqui fa parte dal 1996 delle DOCG regionali e si distingue per un disciplinare che restringe la zona di produzione di circa 1.000 ettari sulle colline dell’Alto Monferrato, che comprendono 26 comuni intorno ad Acqui Terme, 8 in provincia di Alessandria e 18 in provincia di Asti. Il Brachetto, a differenza del Moscato, con il quale condivide le così dette “colline degli aromatici”, può contare su rese molto più contenute pari a circa 50 quintali a ettaro, pur potendo spingersi fino a 80 quintali per disciplinare di produzione.

Nel 2017, accanto al Brachetto “tappo raso”, “spumante” e “passito”, entra sul mercato una nuova versione che attira l'attenzione di media, buyers e consumatori italiani e stranieri in maniera contemporanea, ma senza snaturare l'identità storica e territoriale del Brachetto: l'Acqui Rosè Docg.

“La capacità delle cantine e degli agriturismi italiani di rivoluzionare l’accoglienza interpretando al meglio le nuove esigenze di una parte importante dei flussi turistici nazionale e stranieri testimonia l’alto grado di professionalità raggiunto, grazie a un impegno costante per la qualificazione dell’offerta turistica – ha affermato il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Un impegno che va ora sostenuto con politiche sempre più mirate per la valorizzazione dell’agriturismo e delle campagne italiane”.

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